Giocare su colonne: il calcio ‘ugly’ e razionale del Genoa di Blessin per l’Italia è una novità

 

Avete presente il tema che svolgevamo in classe alle medie e alle superiori? Si prendeva un foglio protocollo e lo si divideva in due parti più o meno uguali, due colonne precisamente, e su una di queste soltanto, quella di sinistra, si scriveva. Non si utilizzava tutto lo spazio. Il discorso prendeva così una forma verticale. Forzatamente verticale. 
Tramite una così statica e paludata analogia ho il piacere di introdurvi per contrasto al discorso energico e ancor più verticale del calcio di Alexander Blessin. Il tedesco. 
Dopo aver visto Genoa-Udinese, il debutto del tecnico di Stoccarda, alcuni, anche fra i più entusiasti, si saranno chiesti se c’era bisogno di scomodare tutta questa metodologia straniera all’ultimo grido, che potremmo definire ‘approccio Red Bull’, per ottenere di fatto un gioco così semplice e istintivo. E in effetti viene proprio da riflettere: come è possibile che ‘una cosa del genere’ sia stata teorizzata dalle menti iper-razionali dell’Europa centrale? Che differenza c’è fra il tradizionale gioco duro, aggressivo che tutti noi già conosciamo, e il calcio brandizzato e portato in giro per il mondo da questi figli di Rangnick?

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