lunedì 4 ottobre 2010

Il Grifone muta pelle e batte il Bari. Ancora un arbitraggio scadente

Il Genoa espugna il proprio campo e ritorna a sorridere assieme al suo splendido pubblico. E’ stata la vittoria dell’orgoglio, del cuore, ma anche della saggezza tattica di Gian Piero Gasperini. Prima di parlare della partita i miei lettori mi devono consentire una “licenza poetica” sull’arbitraggio di Giannoccaro. Il direttore di gara leccese oggi pomeriggio non ne ha imbroccata una, compresa l’ammonizione a Rafinha. E’ vero che il brasiliano ha malamente reagito su un avversario dopo aver subito un fallo, ma fino a quel momento l’arbitro aveva esacerbato gli animi dei giocatori rossoblù fischiando falli a sfavore a senso unico. Da segnalare anche, per onestà intellettuale, il fallo di mano di Toni nell’azione del gol di Palacio. Poi sono giunte una ciliegina e una fragola sulla torta di Marassi con il rigore inesistente provocato dal fallo di Moretti (che c’era sicuramente) su Castillo: il contatto era avvenuto all’esterno dell’area dei 16 metri. Ecco l’altro frutto: l’errore dell’ammonizione del barese Parisi al posto di Gazzi che già aveva ricevuto un cartellino giallo e sarebbe quindi dovuto andare anzitempo sotto la doccia. Dunque sarebbe stata ristabilita la parità numerica. Subito dopo Giampiero Ventura, il tecnico dei “Galletti”, ha sostituito Gazzi prima che l’arbitro potesse essere avvisato del suo enorme sbaglio. Penso che si stia avvicinando sempre più il momento in cui chiederò le dimissioni dei vertici dell’Aia e del capo dei designatori Stefano Braschi: la sensazione è che neppure la moviola potrebbe dare una mano alla raffica di pasticci delle giacchette (un tempo) nere. Ripeto ancora una volta: quando si capirà che l’arbitro è un elemento che influenza il gioco?

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Fonte: Pianeta Genoa 1893.net

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