Un buon Genoa non va oltre l'1-1. E a sorridere è più il Venezia
Henry sblocca la sfida salvezza, poi il pari di Ekuban. Restano sei i punti tra le due, con la squadra di Zanetti che nel finale rischia grosso
Finisce come forse nessuna delle squadre avrebbe voluto. Finisce nel modo giusto però, perché il pareggio è il giusto sommario della partita. Un tempo a testa, una sfida a scacchi degli allenatori, una partita di cuore. Che Pau a Venezia e Genoa che si sono giocati questa scontro diretto per la salvezza senza paura. Solo che il punticino serve a poco a entrambi.
BOTTA E RISPOSTA
—Come detto, ci sono state due partite in una. Il Venezia è partito come aveva finito la gara col Torino, con la difesa 3, e ha preso subito in mano il gioco. Determinata a raggiungere l’obiettivo ha premuto a fondo sui pedali, messo in difficoltà la difesa rossoblù e dopo 10 minuti è passata in vantaggio sugli sviluppi di un corner di Aramu: spizzata di Ceccaroni con Henry pronto a ribattere di testa in rete. La reazione del Genoa, schierata con un 4-3-1-2 con Gudmundsson dietro le punte Ekuban e Destro, è stata davvero blanda. Il Venezia copriva bene le zone del campo e ha continuato a dirigere le operazioni e difendere bene. Qui sono cominciate le schermaglie tattiche di Zanetti e Blessin. Il primo ha spostato n mezzo Aramu a fare da trequartista ma soprattutto dare un occhio a Badelj. Il tedesco ha alzato Rovella e messo a sinistra Ekuban per un 4-2-3-1 più offensivo. Mosse giuste per entrambi, ma decisiva per il Genoa.
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