Falcone ferma il Grifone: Genoa, occasione persa
Ciò che ha destato dubbi dopo oltre quaranta giorni di lavoro tra Moena e Pegli con un gruppo squadra omogeneo è stata l’assenza del cambio di passo della manovra di gioco
Tra il muso lungo per il pareggio e l’estasi per una vittoria rabberciata, il cui risultato ribalta in maniera dittatoriale qualsiasi analisi, passa una differenza sottile come lo spessore del polpastrello di Falcone. Gli episodi, sempre loro. Maledizione: ancora loro. Colpiscono e scappano. È stato il Genoa a crearne della vittoria il presupposto – singolare d’uopo – con il ricamo di Gronbaek, primo controllo di velluto, e il gancio di Carboni. Eppure, il problema della mancata vittoria del Grifone non risiede tanto nella finalizzazione, cifra difettosa avendo contato nel personalissimo cartellino appena due tiri nello specchio di porta in 95’ di gioco. Semmai, ciò che ha destato dubbi dopo oltre quaranta giorni di lavoro tra Moena e Pegli con un gruppo squadra omogeneo è stata l’assenza del cambio di passo della manovra di gioco. Essa è apparsa per larghi tratti ingessata e prevedibile, quasi a finire in bocca al Lecce con troppi retropassaggi al portiere e lanci lunghi.
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