Una carezza in un pugno
Genova. Una carezza in un pugno. Quella che riserva Davide Ballardini ai
suoi giocatori. «Ragazzi seri, pronti a dare tutto. Il nostro è uno
staff tecnico fortunato, siamo felici di averli trovati». Una carezza in
un pugno, cantava Adriano Celentano alla fine degli anni
Sessanta. Un pugno, quello che Ballardini sventola davanti alla panchina
nei confronti dei suoi giocatori e che è diventato il simbolo di un
allenatore solo apparentemente freddo e distaccato. «Quello è un gesto
di affetto, lo stesso che mio nonno faceva quando mi vedeva andare in
giro per la vigna senza fare niente. Un gesto di affetto, quello di un
nonno per il proprio nipote», racconta il Balla. Che ha grande fiducia
nei confronti della propria squadra, reduce da una vittoria e due
pareggi oltre a convincenti prestazioni. Invita però alla prudenza.
«Perché sarà una partita difficile, molto difficile. D’altra parte negli
ultimi due anni l’Udinese ha partecipato alle qualificazioni di
Champions League, un bel biglietto da visita. E poi ora stanno bene. Non
erano partiti nel modo migliore ma hanno ritrovato la continuità di
gioco, di prestazioni e risultati, se non sbaglio nelle ultime sei gare
viaggiano a una media di due punti».
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