martedì 29 settembre 2009

No moviola in campo, no penalty per il Genoa

E’ il 46° minuto. Palacio crossa un pallone pennellato per i suoi compagni, ma il difensore dell’Udinese Domizzi tocca la palla con la mano. L’arbitro fischia il fallo fuori dall’area di rigore. Ma il dubbio resta: è in area oppure no? L’allenatore del Genoa, Gianpiero Gasperini, chiama il quarto uomo per chiedere l’uso della moviola per sciogliere il dubbio: non ha usato la sua opportunità nel primo tempo, lo fa invece nella ripresa. Il direttore di gara la concede. In pochi minuti vedono l’episodio contestato: risulta chiaro dai fotogrammi che Domizzi ha palesemente colpito al di là della linea che delimita la zona dove si concede la massima punizione. Batte il penalty Crespo e segna: Udinese-Genoa 0-1. Purtroppo questa descrizione del possibile vantaggio del Grifone al Friuli resterà, almeno per il momento, un racconto di fantasia. Lo avrebbe potuto scrivere anche Osvaldo Soriano in uno dei suoi romanzi fantastici sul calcio. E questo perché la moviola in campo non è prevista nel dorato mondo del pallone.
La premessa era d’obbligo, visto che l’errore arbitrale era così macroscopico che se ne sarebbe accorto anche un cieco che si avventurasse di notte nel buio pesto dei carrugi. Con ciò non si vogliono sminuire i meriti dell’Udinese, squadra molto più accorta e cinica del Genoa: è un ricordo quella bella e sciupona di un anno fa, quando adottava il 4-3-3 mietendo grande spettacolo ma non risultati importanti come quelli di questo primo scorcio di campionato. I bianconeri hanno costruito poco nel primo tempo e in parte nel secondo: hanno aspettato il calo degli avversari per piazzare il colpo vincente con un contropiede micidiale di Di Natale e il colpo di grazia con Pepe.

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di Marco Liguori

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