domenica 17 febbraio 2013

Una carezza in un pugno

Genova. Una carezza in un pugno. Quella che riserva Davide Ballardini ai suoi giocatori. «Ragazzi seri, pronti a dare tutto. Il nostro è uno staff tecnico fortunato, siamo felici di averli trovati». Una carezza in un pugno, cantava Adriano Celentano alla fine degli anni Sessanta. Un pugno, quello che Ballardini sventola davanti alla panchina nei confronti dei suoi giocatori e che è diventato il simbolo di un allenatore solo apparentemente freddo e distaccato. «Quello è un gesto di affetto, lo stesso che mio nonno faceva quando mi vedeva andare in giro per la vigna senza fare niente. Un gesto di affetto, quello di un nonno per il proprio nipote», racconta il Balla. Che ha grande fiducia nei confronti della propria squadra, reduce da una vittoria e due pareggi oltre a convincenti prestazioni. Invita però alla prudenza. «Perché sarà una partita difficile, molto difficile. D’altra parte negli ultimi due anni l’Udinese ha partecipato alle qualificazioni di Champions League, un bel biglietto da visita. E poi ora stanno bene. Non erano partiti nel modo migliore ma hanno ritrovato la continuità di gioco, di prestazioni e risultati, se non sbaglio nelle ultime sei gare viaggiano a una media di due punti».

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