Genova - Due al posto di uno. Il Genoa perde il suo cannoniere, Krzysztof Piatek , passato al Milan. Ma per rimpiazzare il Pistolero ha lanciato un doppio assalto. Due attaccanti nel mirino rossoblù, entrambi a un passo dal Grifone. Il primo è Antonio S anabria, 22 anni, centravanti paraguayano del Betis Siviglia: tecnicamente è lui il prescelto per sostituire il polacco nel ruolo di prima punta. Il secondo è Marko Pjaca, 23 anni, fantasista croato di proprietà della Juventus ma in prestito alla Fiorentina, giocatore che nel 4-2-3-1 che ha in mente Prandelli può fare il trequartista o l’esterno.
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Settima vittoria di fila, una risposta di forza al Napoli agganciato a quota 25 punti, un nuovo messaggio alla capolista Juve. L'Inter batte un altro colpo (9 successi nelle ultime 10 uscite compresa la Champions) e stavolta è tutto troppo facile. Con una squadra rivoluzionata e più di un occhio che guarda già alla rivincita di martedì con il Barcellona, i nerazzurri annientano il Genoa, sconfitto con un pesante 5-0. Juric, dopo aver perso mercoledì a San Siro il recupero col Milan solo al 91', stavolta al Meazza dura pochissimo e affonda nel finale. Decisivo l'uno-due interista al 14' e al 16' del primo tempo: segnano Gagliardini e Politano, prima volta di due gol italiani dell'Inter entro il 20' dal 1996 (allora ci riuscirono Branca e Carbone contro il Padova). Poi, nella ripresa, il tris di Gaglia e i gol nel recupero di Joao Mario e Nainggolan.
CAMBI — Luciano Spalletti l'aveva detto alla vigilia: "Farò dei cambi, voglio grinta e qualità, meritiamoci i 65mila tifosi di San Siro". E così è, perché i nerazzurri - davanti a oltre 67mila spettatori - giocano bene ma anche perché il Genoa fa proprio poco e non dà mai la sensazione di poter portare pericoli davanti a Handanovic. L'Inter si rivoluziona, lascia in panchina Icardi, Vecino e Asamoah, dà nuovamente fiducia a Joao Mario e rilancia Gagliardini, Dalbert e Lautaro dal primo minuto. Juric rinuncia al capocannoniere Piatek e in attacco si affida ai due ex Pandev-Kouamé. I cambi premiano Spalletti, che ci mette poco per indirizzare il match.