lunedì 28 febbraio 2011

«Tiro io», ma Veloso sbaglia angolo

Ventre del Massimino, 2-1 per il Catania in archivio. Palacio appena fuori dagli spogliatoi parla con Ledesma, grande amico dei tempi del Boca Juniors. Intanto Paloschi scende a passetti rapidi i gradini verso il tunnel che porta all'autobus, scuro in volto. L'argentino che aveva segnato dal dischetto contro il Parma, rigorista designato anche se rigorista non si sente. E la giovane punta che s'era conquistata il penalty e voleva tirarlo. «Me la sento», cercando di prendere la sfera.
Niente, l'aveva già in mano Veloso. «Tiro io». Mentre Palacio, stanchissimo, si defilava per andare a bere nei pressi della panchina rossoblù: «Va bene, vai tu, che li tiri meglio». «Tiro io», come disse Evaristo Beccalossi prima di sbagliare e risbagliare. O Martin Palermo, con la casacca dell'Argentina contro la Colombia, prima di sbagliare e risbagliare e risbagliare ancora, tris da primato. 

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Quanti errori a Catania...

CATANIA-GENOA 2-1 — Male Giannoccaro non aiutato dagli assistenti. Da annullare per fuorigioco i primi due gol, ma parliamo di pochi centimetri. Floro Flores al momento del tiro di Kucka è di poco oltre l’ultimo difensore; ancora più complicata da decifrare la rete di Maxi Lopez servito da un tacco involontario di Silvestre. Sbagliata l’espulsione di Criscito che atterra Lodi: non c’è chiara occasione da gol, semmai il fallo sembra sulla linea dell’area (e quindi rigore), mentre l’arbitro concede la punizione. Ok il rosso a Floro Flores che dopo la sostituzione insulta la terna: protesta Ballardini, espulso anche lui. Ci sta il rigore per il Genoa: Paloschi è trattenuto da Augustyn (accettabile il rosso per chiara occasione da gol).

Il video

(S)visti da lontano – Veloso e l’ingenuità del cartellino giallo a Catania

Il Genoa perde a Catania, a dimostrazione di quanto fossero stati preziosi e importanti i pareggi di Brescia, Cesena e Bari, nonostante l’indignazione di molti tifosi. Quaterna arbitrale pessima: un rigore non concesso a Floro Flores, che segna poi in fuorigioco, come Maxi Lopez del resto. Criscito, che non andava espulso, commette fallo in area di rigore. Floro viene espulso per proteste o insulti poco importa, ma non bastava un giallo? Ed era necessario cacciare Ballardini subito dopo? Il rigore su Paloschi sembra molto “compensativo”, come l’espulsione del difensore etneo. Insomma, un vero disastro per le giacchette nere presenti a Catania.
Capitolo a parte merita Veloso. Il portoghese ha grandi responsabilità, ma non tanto per l’errore dal dischetto, quanto per il cartellino giallo rimediato sapendo di essere in diffida. Con Milanetto fuori per infortunio, era fondamentale che Miguel si gestisse e nel caso spendesse l’ammonizione in momenti decisivi della partita o delle partite successive. Imperdonabile. Un giocatore che si presume di livello internazionale non può cadere in queste ingenuità. Anche per questo motivo, la responsabilità per l’errore del portoghese dagli 11 metri è di chi ha deciso di mandarlo sul dischetto. La scelta è stata sicuramente “motivazionale”. In caso di gol i tifosi genoani lo avrebbero osannato e considerato recuperato. Ma era evidente che in caso di errore, peraltro abbastanza prevedibile dato le condizioni del lusitano, i tifosi avrebbero iniziato/continuato a massacrarlo di critiche: un rischio troppo grande da assumere, soprattutto in un ambiente di tifosi volubili come quelli del Genoa. Non era meglio mandare al tiro Palacio? Paloschi? O Jankovic?
La mia opinione dopo sette mesi di Miguel Veloso a Genova, è che il giocatore non abbia la caratura necessaria per giocare ad alto livello, nonostante una classe indubbia. Dopo mesi fuori condizione e sovrapeso, aspetto che già da solo dovrebbe spiegare molto, ha compromesso subito e seriamente il rendimento nella striscia di partite che avrebbe dovuto sancire il suo riscatto.


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domenica 27 febbraio 2011

MEDIASET/ Simeone sulla presunta "visita" di Pulvirenti a Giannoccaro: «In Italia si parla tanto»

 "In Italia si parla tanto..". Così ha commentato il tecnico del Catania Simeone alla precisa domanda di Mediaset Premium riguardo alla presunta "visita" del presidente etneo, Antonino Pulvirenti, nello spogliatoio dell'arbitro Antonio Giannoccaro durante l'intervallo. L'episiodio, riporta sempre l'emittente, sarebbe stato evidenziato dal Genoa. Riguardo al commento sulla direzione di gara, l'allenatore ha detto: «Il loro primo gol mi sembra in fuorigioco e hanno avuto altre situazioni favorevoli, mi è sembrato un arbitraggio normale».

Fonte 

Clamoroso al Cibali: follia del Grifone! Ma si faccia piena luce sulla presunta "visita" di Pulvirenti a Giannoccaro 



IL PAGELLONE - Veloso e Jankovic, opportunità gettate al vento. Mesto in crescita continua

CATANIA
ANDUJAR 7,5: respinge corto il tiro di Kucka in occasione del gol di Floro Flores. Nega il raddoppio a Rossi e si supera sul rigore battuto da Veloso.
POTENZA 5,5: gioca solo il primo tempo, quello in cui il Catania soffre di più. Rimedia anche un cartellino giallo.
(SCHELOTTO 6): fornisce un contributo discreto anche se è il lontano parente del trascinatore del Cesena di inizio stagione.
SILVESTRE 6: il meno peggio della retroguardia rossazzurra. Nella ripresa si dimostra piuttosto solido, anche se i baluardi insuperabili sono ben altri.
AUGUSTYN 5,5: ingenerosa l’espulsione; appare sempre in difficoltà facendo sentire l’assenza di Spolli.
ALVAREZ 5,5: Palacio lo salta con continuità per tutto il primo tempo e parte della ripresa. Spaesato.
CARBONI 5,5: partita ai due volti come quella della sua squadra. Nel complesso, però, si dimostra meno granitico e combattivo di altre circostanze.
LEDESMA 5,5: il centrocampo del Grifone lo soffoca, impedendogli di costruire il gioco come da sua abitudine.
(RICCHIUTI 7): non segna ma ha un merito ancora maggiore: trasforma completamente la propria squadra.
LODI 6: pericoloso soprattutto sui calci piazzati e sui tiri dalla distanza. Colpisce anche un palo.
GOMEZ 6: tanto movimento, non sempre funzionali alla manovra sul fronte offensivo.
(MARCHESE SV)
BERGESSIO 6,5:
fa intravedere buone qualità anche se la sua prima rete in Italia va assegnata alla fortuna. Scheggia un palo nel finale.
MAXI LOPEZ 6,5: sigla il provvisorio pareggio approfittando di una carambola impazzita. Gode di più spazi quando il Genoa è chiamato a rimontare.

GENOA
EDUARDO 6,5: prodigioso nel primo tempo su Silvestre, nulla può sui fortuiti gol catanesi.
MESTO 6,5: ottima gara sia sotto il profilo del dinamismo che della spinta. Uno dei migliori.
DAINELLI 6: meno sicuro del solito. Non sempre riesce ad allontanare le palle vaganti che transitano dalle sue parti.
KALADZE 6: prestazione sottotono anche per il centrale georgiano, a volte in balia di Bergessio e Maxi Lopez.
MORETTI 6,5: dimostra ancora una volta che, quando c’è bisogno di lui, ci si può contare. Ha una gran voglia di mettersi in mostra e disputa un primo tempo all’altezza della situazione.
(ANTONELLI 6): in attesa della forma migliore, debutta con la maglia rossoblù.
ROSSI 6,5: colpisce una traversa e, sulla respinta, non riesce a battere Andujar. Solita gara tutta generosità e sacrificio.
KUCKA 6: scende in campo in precarie condizioni fisiche e fatica a dare continuità alla propria prova. Un pizzico di ingenuità nell’azione del gol di Maxi Lopez.
(PALOSCHI 6,5): non dispone di molte palle giocabili ma si procura con astuzia il rigore che Veloso fallisce.
VELOSO 5: spreca la ghiotta chance del 2-2 calciando senza convinzione il calcio di rigore. Apre il gioco con classee precisione ma certi passaggi a vuoto rischiano di costare caro.
CRISCITO 5,5: vittima di un abbaglio di Giannoccaro, lascia la squadra in inferiorità numerica. Decisivo il suo tocco sul tiro di Bergessio, per la più classica delle autoreti. Primo tempo a buoni livelli.
PALACIO 6,5: fino all’intervallo è il migliore dei ventidue. La sua velocità, unita ad una tecnica sopraffina, è l’arma in più del Grifone. Nelle fasi finali le energie non lo sostengono più.
FLORO FLORES 6,5: illude il Genoa sbloccando il risultato con un guizzo da rapace. Le sue reiterate proteste in occasione della sostituzione gli valgono un gratuito cartellino rosso.
(JANKOVIC 4,5): impalpabile, a tratti irritante. Non ha una posizione ben definita né l’approccio giusto per voler incidere.
Claudio Baffico

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Il Catania rimonta il Genoa e ringrazia il portiere Andujar

Nel primo tempo Floro Flores segna in sospetto fuorigioco e Rossi manca il 2-0. Nella ripresa in rete Maxi Lopez e Bergessio, poi Veloso si fa parare il possibile 2-2. Quattro espulsi

CATANIA, 27 febbraio 2011 - Il carattere e la voglia di vincere lanciano il Catania che batte in rimonta il Genoa 2-1. Dopo il gol in probabile off-side di Floro Flores nel primo tempo, nella ripresa succede di tutto. Maxi Lopex pareggia, Bergessio porta in vantaggio i rossoazzurri. Poi, dopo una lunga serie di ammonizioni, a salire in cattedra è l'insufficiente Giannoccaro. Il fischietto prima espelle Criscito per fallo su Lodi lanciaro a rete, poi Floro Flores che protesta dalla panchina e Ballardini; infine il rosso da Augustyn, punito per lo stesso fallo di Criscito, con rigore che Veloso si fa parare. Per la squadra siciliana tre punti da sballo in un periodo di magra; per il Genoa un ridimensionamento dopo la grande rimonta con la Roma.
offensivi — Diego Pablo Simeone ha il volto di chi non può più sbagliare. Assediato da infortuni e squalifiche, punta su un Catania offensivo, con Gomez alle spalle di Maxi Lopez e Bergessio. Stessi problemi per Davide Ballardini, anche se il suo Genoa viaggia a mille e gode di una classifica agiata. Il problema, per i catanesi, è psicologico. I rossoazzurri attaccano, corrono, ma si perdono negli ultimi venti metri, dove, tra l'altro, il Genoa fa buona guardia con una manovra difensiva impeccabile. I liguri carburano lentamente e prese le misure fanno valere la loro prestanza fisica, a dir poco devastante se confrontata con quella del Catania.
Il gol di Antonio Floro Flores. Ansa
Il gol di Antonio Floro Flores. Ansa
Rossi non chiude — I rossoblù sfoderano possesso palla e profondità. Veloso e Palacio, soprattutto quest'ultimo, fanno la differenza. Palacio fa, è il caso di dirlo, quello che vuole. Da una sua idea nasce anche il gol del vantaggio. Cross dalla destra ribattuto che finisce a Kucka il cui bolide non viene trattenuto da Andujar. Il più lesto a recuperare è Floro Flores che in probabile fuorigioco infila. Difficile digerire l'ingiustizia, ma è anche il caso di sottolineare che il Catania pur spingendo convince poco, per poi subire il micidiale contropiede del Genoa che si avvale di raddoppi illuminanti. E che potrebbe segnare il 2-0. Al 36', Marco Rossi spreca infatti due volte: prima colpendo la traversa con una potente inzuccata, poi tirando addosso al portiere sulla respinta. Insomma, dopo i primi 45 minuti, il vantaggio è ineccepibile, mentre resta incomprensibile l'atteggiamento del Catania: confuso, senza un'idea ben precisa di gioco.

 

Catania-Genoa 2-1

Finita male, la trasferta rossoblù in Sicilia: espulsi Mimmo Criscito, Floro Flores (autore del gol) e Davide Ballardini. Rigore fallito da Miguel Veloso

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SERIE A/ Catania-Genoa, probabili formazioni: Bergessio dal primo minuto, Paloschi scalpita


CATANIA (4-3-1-2): 21 Andujar, 2 Potenza, 6 Silvestre, 18 Augustyn, 22 Alvarez, 8 P. Ledesma, 5 Carboni, 10 Lodi, 19 Ricchiuti, 9 Bergessio, 11 Maxi Lopez. (1 Kosicky, 12 Marchese, 16 Llama, 24 Pesce, 7 Schelotto, 17 Gomez, 15 Morimoto). All.: Simeone. Squalificati: Spolli. Diffidati: Alvarez, Andujar, Silvestre. Indisponibili: Biagianti, Bellusci, Capuano, Izco, Martinho, Sciacca. 

GENOA (4-4-2): 1 Eduardo, 20 Mesto, 13 Kaladze, 3 Dainelli, 4 Criscito, 7 Rossi, 33 Kucka, 42 Veloso, 23 Antonelli, 8 Palacio, 83 Floro Flores. (73 Scarpi, 24 Moretti, 35 Polenta, 30 Sturaro, 71 Jankovic, 9 Boselli 43 Paloschi). All.: Ballardini. Squalificati: Rafinha. Diffidati: Criscito, Destro, Veloso. Indisponibili: Milanetto, Destro, Konko, Chico.

Viareggio Cup, focus: Genoa-Nordsjaelland 3-0

Il Genoa insegue la qualificazione alla seconda fase del Torneo di Viareggio, serve una vittoria contro i danesi del Nordsjaelland. La coppia Corradi-Juric si affida al tridente Jelenic-Boakye-Longo. Dall’altra parte Pedersen sceglie il  4-2-3-1 con Okore a combattere contro la difesa a tre genoana. Partenza di marca rossoblù con Jelenic che al 7’ guizza sulla destra e serve a Longo un pallone solo da appoggiare in rete ma il centravanti manca l’impatto con il pallone. Al 30’ la risposta danese con il tiro ravvicinato del capitano Gyartkjaer deviato da Perin, intervento decisivo. Da qui in poi sarà solo Genoa: al 35’ bell’azione Longo, Jelenic, Boakye ma quest’ultimo trova sulla linea di porta il muro della difesa per ben due volte a chiudergli la via del gol. Rete che arriva allo scadere della prima frazione: Cane sfonda sulla destra per l’ennesima volta e Guarco non fallisce l’occasione.Nonostante il  vantaggio il Genoa non si siede e trova al 55’ il doppio vantaggio: Boakye ruba palla sulla trequarti e vola velocissimo verso la porta, tocco di forza e portiere battuto.  Il Nordsjealland non ha più niente da perdere e prova a lanciarsi in attacco senza però mai spevantare Perin. I rossoblù in contropiede dilagano, al 77’ ancora Boakye arriva a tu per tu con il portiere ma questa volta si fa ipnotizzare con due compagni liberissimi al suo fianco. I grifoncini chiudono il discorso all’ 83’ con Rodriguez che insacca di testa su assist di Jelenic. Prova di forza del Genoa che si lancia all’inseguimento della Viareggio Cup passando il turno con pieno merito. Niente da fare per la formazione della Danimarca che per passare il turno aveva bisogno di un vero e proprio miracolo.


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Palacio: sono la treccia de Dios e non mi muovo dal Genoa

Premere play. Canta Manu Chao, reinterpreta Rodrigo Palacio. «Si yo fuera Maradona, vivirìa como el. Bella canzone». 

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giovedì 24 febbraio 2011

Viareggio, successo per il Genoa: 1-0 col Parma

Successo per la Primavera del Genoa nella seconda gara del Torneo di VIareggio. I grifoncini hanno battuto il Parma grazie a un gol di Longo al 4' del primo tempo. Traversa di Jelenic poco dopo, poi nella seconda frazione il Parma sfiora il gol nel finale.

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Genoa, il futuro è in 3D

Tra presente e futuro. Con l’entusiasmo della doppia, storica impresa centrata portando a casa derby e remontada sulla Roma in appena cinque giorni. Effetti speciali. Con la carica di chi, come Luca Antonelli, è pronto a ritornare in campo dopo tanto tempo, sulla scia dell’amico Alberto Paloschi. Con la carica di chi, come il giovanissimo Federico Rodriguez, è appena sbarcato a Genova, dall’Uruguay, per iniziare la sua avventura nel calcio italiano. Con la carica di chi, come Michele Pazienza, sta mettendo cuore, muscoli e intelligenza tattica al servizio di un Napoli in piena corsa per lo scudetto, in attesa di planare sul Genoa l’estate prossima dopo aver firmato un contratto triennale.

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Criscito: giusto restare

«Consiglio ai giovani di crescere in maniera giusta, serena, di fare sport con entusiamo». Così Mimmo Criscito a Stelle nello sport: il giocatore del Genoa fu vincitore del referendum sul genoano più votato tre anni fa, Criscito e l’attualità: «Le ultime due vittorie del Genoa hanno cresciuto l’entusiasmo».
Il derby e la rimonta con la Roma? «Due gare importantissime, il derby da vincere è arrivato in un momento difficile e nel momento giusto, non vincevamo fuori casa da tempo. Con la Roma rimonta storica, ci abbiamo sempre creduto. Dal derby speriamo sia rinato un nuovo campionato, ci guardiamo sempre alle spalle, a salvezza raggiunta ci toglieremo molte soddisfazioni».

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lunedì 21 febbraio 2011

La Roma è sparita Genoa da leggenda

Avanti 0-3 al 51' grazie ai gol di Mexes, Burdisso e Totti, i giallorossi si fanno incredibilmente rimontare dai rossoblù che ribaltano la situazione grazie alle doppiette di Palacio e Paloschi, entrato nella ripresa. Espulso nel finale Rafinha

di JACOPO MANFREDI


L'esultanza di Paloschi
GENOVA - Totti esce dal campo col volto coperto dalla maglietta: è l'immagine della Roma attuale, una squadra che si è completamente persa e non riesce più a ritrovare la via per tornare in corsa per l'Europa che conta. Avanti 0-3 al 51', la squadra di Ranieri butta via 3 punti fondamentali e consente al Genoa di confezionare un'impresa da leggenda, da raccontare un giorno ai nipotini. Una sconfitta assurda che conferma lo scollamento totale di una formazione con evidenti limiti di concentrazione e forma.

GENOA ASSENTE IN AVVIO - La gara di Marassi è stato un concentrato di emozioni ed umori. Per 50' in campo c'è stata una sola squadra, la Roma, che, decisa a rispondere alle critiche di stampa e tifosi, ha messo sotto un Genoa svagato, probabilmente ancora sotto gli effetti della sbornia post-derby.

ROMA, PARTENZA SPRINT - Con Totti ispirato e Borriello ottimo suggeritore, i giallorossi sono partiti col piede giusto e hanno subito messo sotto i rivali, sfruttando al meglio due calci piazzati con gli inserimenti in area di Mexes e Burdisso. Il Genoa ha provato a replicare subito sfruttando i buoni movimenti di Floro Flores e Palacio ma ha dovuto fare i conti con l'imprecisione, soprattutto, dell'ex attaccante dell'Udinese, tanto bravo negli smarcamenti quanto poco lucido sotto porta.

TOTTI, ILLUSORIO 0-3 - La Roma per due volte ha ringraziato Julio Sergio e, in avvio di ripresa, ha triplicato con Totti, bravo a chiudere una triangolazione
con Borriello. Partita chiusa? Macché. Il Genoa l'ha subito riaperta accorciando le distanze con Palacio, servito da Floro Flores, poi ha approfittato di una Roma impaurita per regalare un nuovo pomeriggio da sogno ai propri tifosi.

BALLARDINI, CAMBI DECISIVI - Fondamentali sono risultati gli innesti di Veloso e Paloschi. Il primo ha dato maggior ritmo e ordine agli assalti rossoblu, il secondo ha finalizzato la mole di lavoro prodotta da esterni e compagni di reparto siglando prima il 2-3 su nuovo assist di Floro Flores e poi il 4-3 su tocco di Palacio. Già, Palacio. L'argentino si è rivelato l'uomo in più nella rincorsa dei grifoni. Dopo il gol della speranza ha messo fine al vantaggio della Roma realizzando il 3-3 con un magnifico pallonetto di testa. E poi, come detto, ha ideato l'azione decisiva da 3 punti.

RANIERI, BOLOGNA ULTIMA SPIAGGIA? - Se il Genoa, quindi, può tornare a sognare un posto in Europa League la Roma, che è salita a 14 gol incassati nelle ultime 4 partite, deve rimboccarsi in fretta le maniche. Mercoledì c'è già il Bologna e non c'è tempo per piangere sul latte versato. Ma è evidente che un altro risultato negativo al Dall'Ara costringerà Rosella Sensi (o forse sarebbe meglio dire Unicredit...) a prendere una decisione drastica per non gettare già al vento la stagione. 

GENOA-ROMA 4-3 (0-2)

Genoa (4-4-2): Edoardo 6, Mesto 6, Dainelli 5, Kaladze 6.5, Criscito 6.5, Rafinha 7, Kucka 6.5, Milanetto 5.5 (16' st Veloso 6.5), Rossi 6 (19' st Paloschi 7.5); Floro Flores 6.5 (35' st Moretti sv), Palacio 8. (73 Scarpi, 9 Boselli, 23 Antonelli, 71 Jankovic). All. Ballardini 7
Roma (4-3-1-2): Julio Sergio 6.5, Riise 5.5, Mexes 6, Burdisso 6.5, Castellini 5.5, Greco 6, Brighi 6, Perrotta sv (10' pt Taddei 6), Simplicio 6.5 (19' st Menez 6.5), Totti 7, Borriello 6.5 (26' st Loria 5). (1 Lobont, 25 Burdisso, 45 Pettinari, Pizzarro). All. Ranieri.
Arbitro: Orsato di Schio 6
Reti: nel pt 6' Mexes, 16' pt Burdisso; nel st 6' Totti, 7' e 29' Palacio, 22' e 40' Paloschi.
Angoli: 5 a 5
Recupero: 2' e 4'
Ammoniti: Greco e Dainelli per gioco scorretto, Rafinha  e Mexes per gioco pericoloso, Totti per comportamento non regolamentare
Note: 22.180 spettatori per un incasso di 223.172 euro lordi.

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Genoa vs Roma 4-3 Ampia Sintesi - "SKY HD" - Full Highlights (20-02-2011)

Il video

domenica 20 febbraio 2011

Roma da non credere a Marassi Avanti 3-0, perde 4-3 con il Genoa

I giallorossi al 6' della ripresa sono avanti di tre reti (Mexes, Burdisso e Totti), ma i padroni di casa non si arrendono e rimontano con Palacio (doppietta) e Paloschi. Totti sbaglia un gol fatto e al 40' ancora Paloschi va a segno regalando i tre punti ai rossoblù. Espulso Rafinha a tempo scaduto.

GENOVA, 20 febbraio 2011 - La Roma risponde alla violenta contestazione di Trigoria e alle ultime tre sconfitte di fila riversando in campo tutta la sua voglia e la sua qualità. Ma alla fine tutto questo non basta, contro un Genoa in straripante condizione fisica: a Marassi finisce 4-3 per i padroni di casa, dopo che al 6' della ripresa erano in svantaggio di tre reti. Sono le doppiette di Palacio e Paloschi a ribaltare un risultato che sembrava segnato.

uno-due roma — La Roma approccia la gara con spirito inequivocabilmente battagliero, nonostante le ultime avversità: Taddei accusa qualche linea di febbre nella notte, al suo posto viene rispolverato Brighi. Poi Juan, dopo il riscaldamento, capisce di essere in precarie condizioni di salute (influenza) e lascia il posto a Castellini. Non bastasse, dopo 8 minuti di gioco Perrotta è costretto ad uscire con la caviglia destra malconcia (al suo posto Ranieri getta nella mischia Taddei). Il tutto in aggiunta alle assenze di Vucinic e Adriano (infortunati) e a quelle di Rosi, Cassetti e De Rossi, squalificati. Ma la Roma di Marassi sembra più forte del destino avverso e dei veleni di Trigoria: entra in partita a testa bassa e già prima del vantaggio Borriello e Totti sfiorano più volte il gol. Il grande avvio giallorosso è premiato dalla rete di Mexes al 6', che di testa devia un calcio d'angolo alle spalle di Eduardo. La foga della Roma non si ferma, anzi Totti e C. sono ancora più carichi e determinati. Il Genoa non c'è o se c'è non si vede. Il primo segno di vita peraltro è offerto da Eduardo, che evita miracolosamente il raddoppio di Taddei. E il primo quarto d'ora se ne va così, con la partita fagocitata dalla squassante pressione della Roma, irrefrenabile e concentrata nelle sue avanzate, nonostante un campo appesantito dalla pioggia. Poi anche il Genoa si scuote, reagisce allo svantaggio, si ricorda del bel successo nel derby di mercoledì scorso (la formazione è la stessa) e sfiora il pari con Palacio. Il Genoa ora spinge, ma la la voglia della Roma travolge la difesa genoana, che non riesce ad opporre adeguata resistenza. E così al 16' l'altro centrale, Nicolas Burdisso, infila Eduardo di testa su azione d'angolo, ossia un altro calcio da fermo. E ancora il Genoa non ci sta: Floro Flores prima sbaglia la mira, poi chiama Julio Sergio a una grande parata. Il primo tempo si chiude sul 2-0 per la Roma, ma lascia intuire che la partita può ancora dire molto.
ribaltone genoa — E infatti la ripresa si apre con un Genoa scatenato e convinto di poter rimontare e con Floro Flores che subito inaugura il suo personale duello con Julio Sergio: il portiere salva la sua porta già dopo 5'. Un minuto dopo Totti sfrutta un assist di Borriello e di sinistro infila il 3-0. Partita chiusa? Neanche per sogno, perché il Genoa non ha cambiato idea, e non rinuncia a tentare la rimonta. Detto fatto, al 7' Palacio dopo uno scambio con Floro Flores batte Julio Sergio e firma il 3-1. Poi ancora Floro Flores prosegue la sua personale sfida con il portiere giallorosso, che ancora si dimostra decisivo per i suoi, e allora ci pensa Paloschi, che era a digiuno dall'ottobre 2009, a firmare il 2-3. Il Genoa ci crede sempre più ed è sorretto da una condizione fisica straripante, la Roma accusa il colpo e si squaglia come neve al sole. Ora i rapporti di forza sono completamente sovvertiti. Il pareggio arriva con un colpo di testa angolato di Palacio al 29', e la gara incredibilmente si riapre. Al 34' Totti, tutto solo in area, spreca malamente la più facile delle occasioni, tirando addosso a Criscito. Segnale premonitore? Forse, ma la sostanza è che al 40' il Genoa passa ancora e stavolta il risultato è definitivo: Palacio appoggia in area per Paloschi, che di destro appoggia in rete da pochi passi. Doppietta anche per lui, e incredibile 4-3 per il Genoa (che finirà in 10 per il doppio giallo a Rafinha a tempo ormai scaduto).
Livia Taglioli

Fonte: Gazzetta dello Sport.it

Genoa 4 Roma 3



Pazzesca rimonta genoana da 0-3 al vantaggio. Doppiette di Palacio e Paloschi dopo le reti di Mexes, Burdisso e Totti.

Che cosa dire di una partita del genere? Quando una squadra rimonta tre reti e vince vuol dire che gli avversari si sono un po’ suicidati, ma chi ha assistito allo spettacolo di Marassi in ogni momento della partita, anche sul 3-0 per la Roma, sentiva il gol nell’aria, anche perché le due difese sembravano largamente inferiori ai reparti offensivi. Il Genoa, inoltre, ha subito le prime due reti un po’ allo stesso modo, fermo su calci piazzati sapientemente battuti da Totti sulla testa di un difensore avanzante. Ma ha sempre ribattuto colpo su colpo e le sfortune di Floro Flores in fase conclusiva sono poi diventate le fortune di Paloschi, freddo a farsi trovare pronto sotto rete. Ma il vero gigante rossoblù è il piccolo Rodrigo Palacio, che ha fatto impazzire la difesa romanista dal primo all’ultimo minuto, ha segnato due reti e regalato l’assist vincente a Paloschi. Monumentale. Più della follia romanista.

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Serie A, Genoa-Roma: probabili formazioni LIVE. Ancora fuori Borriello?

SERIE A GENOA-ROMA, Milano 19 febbraio 2011 – Ballardini conferma 10/11 della formazione che ha vinto il derby, l’unico nuovo innesto è Konko al posto di Mesto, Rafinha torna terzino. Il ginocchio destro e la schiena bloccano Vucinic e Borriello, solo panchina per loro. In attacco al fianco di Totti ci sarà Menez, sulla trequarti Simplicio. Genoa (4-4-2): Eduardo; Rafinha, Kaladze, Dainelli, Criscito; Konko, Kucka, Milanetto, Rossi; Floro Flores, Palacio.
A disposizione: Scarpi, Chico, Mesto, Antonelli, Veloso, Jankovic, Paloschi. All.: Ballardini
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Boselli, Destro

Roma (4-3-1-2): Julio Sergio; N.Burdisso, Mexes, Juan, Riise; Taddei, Brighi, Perrotta; Simplicio; Totti, Menez. A disposizione: Doni, Loria, Castellini, G.Burdisso, Borriello, Vucinic. All.: Ranieri
Squalificati: Cassetti, De Rossi (1), Rosi (4)
Indisponibili: Adriano, Pizarro


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sabato 19 febbraio 2011

Boakye stende il Modena, rossoblù a più 5 sul Torino

Il Genoa non si ferma, batte il Modena tra le mura amiche del “Riboli” di Lavagna e vola a più 5 in classifica sul Torino secondo in classifica. Il gol che decide la sfida arriva dopo soli quattro giri di orologio nella ripresa e porta la firma di Richmond Boakye: l’attaccante ghanese riceve palla da Longo e scarica alle spalle di Gibertini. È il gol che decide una sfida ben giocata dai “grifoncini”, che proseguono la loro marcia trionfale.

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venerdì 18 febbraio 2011

Marco Rossi: «Ma se ghe pensö...»

«La nord sembrava un’onda»


La sa? «Il ritornello». E canta? «Mi piace, però sono stonato». L’area marketing insorge: «Lasciate perdere, non sa cantare». Non è Vasco. Omar Milanetto, con cui post-derby è andato a festeggiare nei vicoli del centro storico, sostiene invece che il problema del capitano è non saper esultare: «L’avete visto? Non è capace». E Marco Rossi incassa: «Omar mi prende sempre in giro per questo. Anche mercoledì sera continuava a dirmi: arrivi davanti alla porta e poi sbagli apposta pur di non esultare, non lo sai fare». Tormentone tra amici, primatisti di stracittadine: «Quattro vinti, con Criscito e Scarpi. Esaltante. Probabilmente noi lo viviamo così perché, oltre che giocatori, siamo tifosi del Genoa. Ah, e io so esultare...». S’è visto, dopo il derby 103, vinto con gol di Rafinha. «Cosa ho pensato in quel momento? Un orgasmo. Si può dire?». Si può dire e si può cantare. Almeno il ritornello. «Fa così. Ma se ghe pensö allua mi veddu u mâ...».Rossi, ma se ghe pensa al triplice fischio. Palla a lei, destino.
«Sì, l’avevo io. Se ghe pensö che ad avermi lasciato un secondo in più magari vado in porta. No, anzi, meglio così. Ringrazio Morganti, come dice Milanetto avrei sbagliato pure quello e mi sarei beccato dei fischi. A parte questo, una gioia infinita».

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