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Milan-Genoa 1-3: Inzaghi crolla ancora, Gasperini in zona Europa League
Bertolacci, Niang e Iago condannano i rossoneri alla quinta
sconfitta stagionale a San Siro. Inutile la prodezza di Mexes, Menez
espulso nel momento migliore dei rossoneri. Il pubblico fischia, mentre i
rossoblù balzano al sesto posto scavalcando anche la Fiorentina
Dormire quattro notti a Milanello non è servito neppure a ritrovare
l'orgoglio: il Milan arricchisce la collezione di figuracce e contro il
Genoa subisce la quinta sconfitta della stagione a San Siro. Finisce 3-1
per i rossoblù che la spuntano grazie ai gol di Bertolacci, Niang e
Iago, scavalcano anche la Fiorentina e balzano al sesto posto entrando
in zona Europa League. Fino a due settimane fa era anche l'obiettivo di
Inzaghi. Ma questa squadra allo sbando, con alle spalle una società
probabilmente in vendita, non può ambire a nulla. La Sud contesta
Galliani e invoca la Primavera in campo, San Siro fischia sonoramente:
la pazienza è finita da un pezzo e quel "Basta" disegnato dagli ultrà è
lo specchio dell'umore dei tifosi. Anche l'avventura di Pippo, del
resto, sembra al capolinea: Galliani si è preso una notte di tempo, poi
dovrebbe affidare la panchina a Cristian Brocchi fino al termine della
stagione.
Dominio —
Bastano 46 secondi per capire cosa ne sarà di Milan-Genoa: Bertolacci,
schierato a ridosso di Niang, è libero di calciare dal limite chiamando
Diego Lopez al primo intervento della serata. Il portiere guadagna in
pochi minuti la palma del migliore in campo mettendo a referto un'uscita
tempestiva su Bergdich e un'altra grande parata su Niang, più quella
doppia su Iago e Lestienne all'88'. Il Milan semplicemente non esiste:
Inzaghi si inventa Cerci falso nove per disorientare Gasperini e invece
disorienta solo la sua squadra: il tridente con Honda e Menez non
produce alcun pericolo e gli unici brividi a Perin li mette Burdisso con
un paio di ingenuità. Gli esperimenti del Genoa funzionano decisamente
meglio: perso Perotti, Bertolacci più avanzato è l'idea migliore perché
dà il la al pressing e perché al 37' si inventa un gol pazzesco andando
via al lentissimo Van Ginkel e saltando lo sciagurato Rami prima di
battere Diego Lopez. Rincon e Bergdich, mezzali di un inedito
centrocampo a 5, alternano coraggiose sovrapposizioni a sapienti
coperture degli esterni Iago ed Edenilson con il primo che si occupa
anche di tenere a bada Bonaventura, mentre Tino Costa non sembra
risentire dell'assenza di 25 giorni, comanda le operazioni da regista e
partecipa attivamente al 2-0 in apertura di ripresa con il tiro deviato
in rete da Niang. È la vendetta quasi involontaria dell'ex che spiana la
strada a un successo storico: il Genoa non vinceva in casa del Milan
dal 1958.
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