sabato 14 maggio 2011

Super Rocchi, poi Hernanes Champions: la Lazio ci spera

Finisce 4-2 col Genoa nell'anticipo della 37/a giornata. La squadra di Reja vince e torna al quarto posto per una notte. Apre Biava, pareggia Palacio. Nella ripresa i padroni di casa dilagano grazie a Rocchi ed alla doppietta di Hernanes. Il 4-2 lo firma Floro Flores 

MILANO, 14 maggio 2011 - Sul maggio laziale si accende una luce. L'interruttore lo schiaccia Tommaso Rocchi, al rientro da titolare dopo cinque mesi: in avvio di ripresa, sull'1-1 (prima gol di Biava, poi di Palacio) dopo un pessimo primo tempo: suo l'aggancio stupendo e poi il gol che spiana la strada verso la vittoria. Hernanes fa il resto, timbrando la doppietta (il primo di testa, il secondo di sinistro) che piega un bel Genoa nella prima metà della gara, ma con la testa al mare nella ripresa. Inutile il 4-2 di Floro Flores. Tre punti d'oro per la Lazio, che "guarda" ancora al quarto posto che vale il preliminare di Champions, e per una notte rimane solitaria in questa posizione. Tre punti che (dopo le sconfitte con Juventus e Udinese) trasformano il maggio di Reja e dei laziali in un maggio di speranza.
Biava anticipa Criscito e firma il momentaneo 1-0. Ansa
Biava anticipa Criscito e firma il momentaneo 1-0. Ansa
due gol e migliaia di fischi — Chiedetevi dove è stata la Lazio per quaranta minuti. Il vantaggio di Biava (al 7' colpo di testa direttamente da calcio d'angolo) coglie, forse, di sorpresa tutti: da Reja, che in panchina iniziava a preoccuparsi per l'atteggiamento "molle" dei suoi, alla difesa genoana (quanto meno ingenua nel lasciare campo libero all'incursione di Biava). Quello del difensore centrale laziale è un po' fuoco amico: il ricordo dell'esperienza in maglia rossoblù è ancora vivo, e dopo il vantaggio Biava decide di non festeggiare. Rispetto chiama rispetto. Vero, ma piuttosto i quaranta minuti successivi chiamano sonno e stupore. Sonno: perché la Lazio c'è in campo ma non si vede affatto. Legnosa, bloccata, addirittura ipnotizzata dopo che Palacio (al 12') pareggia i conti e punisce Muslera, non incolpevole dopo aver respinto corto su Boselli. Stupore: perché all'Olimpico il resto è niente, nulla, anzi noia. Nonostante che la Lazio sia a caccia di una vittoria per raggiungere il quarto posto. Reja è la maschera di un diavolo, ma non serve a nulla: in campo il Genoa gestisce, controlla, manovra. Insomma, fa tutto a piacimento senza trovare ostacoli. E addirittura viene da credere che il Genoa non voglia nemmeno infierire, perché se solo affondasse un po' il colpo troverebbe facilmente la via del gol. Il sipario di un primo tempo dell'assurdo si chiude tra i fischi dei tifosi della Lazio. Tanti, forti, incessanti: ma tutti meritati. Di questo passo altro che preliminari di Champions per la Lazio di Reja. 

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