lunedì 11 aprile 2011

Vita da ex: autogol, gol, veleni

Torino - «Nessuna rivincita, voglio solo far bene con la maglia della Juventus», assicura Luca Toni. Eppure il gol dell’ex centravanti ha il dolce sapore della vendetta, tre mesi dopo il suo addio al Genoa. Perché condanna il Grifone a un’altra sconfitta, la seconda consecutiva, e lo rimanda a casa senza un punto dopo essere andato per due volte in vantaggio. Tre a due in rimonta, un gol, quello di Toni, che allontana dalla Juve le nubi nerissime della contestazione e regala ai bianconeri l’illusione di poter ancora coltivare il sogno europeo. “Toni e furmini”, Toni cannoniere come ai tempi della Fiorentina, del Palermo, del Bayern. Toni di nuovo bomber, dopo tanta panchina. In questi mesi non aveva fatto molto per farsi rimpiangere dalla sua ex squadra, visto che quello di ieri all’Olimpico è solo il secondo gol della sua avventura bianconera. Un’avventura iniziata in una serata di inizio gennaio: prima l’uscita, scuro in volto, dagli spogliatoi del Ferraris dopo un’altra partita senza gol (0-0 con la Lazio), poi l’accordo raggiunto per il passaggio alla Juve. Un accordo che fece contenti tutti. Il Genoa, che si liberò di un ingaggio da quattro milioni, rivelatosi investimento sbagliato. Lo stesso Toni, che ormai in rossoblù non sentiva più fiducia e feeling, dopo i fischi dei tifosi e la tirata d’orecchi del presidente Preziosi («La sua stagione? Merita un 3 come i gol che ha fatto finora»). Rimprovero che Toni comprensibilmente non gradì e gli rovinò le vacanze di Natale. E anche la Juve si disse soddisfatta, visto che aveva subito trovato l’attaccante d’esperienza in grado di sostituire l’infortunato Quagliarella.

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