lunedì 28 febbraio 2011

«Tiro io», ma Veloso sbaglia angolo

Ventre del Massimino, 2-1 per il Catania in archivio. Palacio appena fuori dagli spogliatoi parla con Ledesma, grande amico dei tempi del Boca Juniors. Intanto Paloschi scende a passetti rapidi i gradini verso il tunnel che porta all'autobus, scuro in volto. L'argentino che aveva segnato dal dischetto contro il Parma, rigorista designato anche se rigorista non si sente. E la giovane punta che s'era conquistata il penalty e voleva tirarlo. «Me la sento», cercando di prendere la sfera.
Niente, l'aveva già in mano Veloso. «Tiro io». Mentre Palacio, stanchissimo, si defilava per andare a bere nei pressi della panchina rossoblù: «Va bene, vai tu, che li tiri meglio». «Tiro io», come disse Evaristo Beccalossi prima di sbagliare e risbagliare. O Martin Palermo, con la casacca dell'Argentina contro la Colombia, prima di sbagliare e risbagliare e risbagliare ancora, tris da primato. 

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Quanti errori a Catania...

CATANIA-GENOA 2-1 — Male Giannoccaro non aiutato dagli assistenti. Da annullare per fuorigioco i primi due gol, ma parliamo di pochi centimetri. Floro Flores al momento del tiro di Kucka è di poco oltre l’ultimo difensore; ancora più complicata da decifrare la rete di Maxi Lopez servito da un tacco involontario di Silvestre. Sbagliata l’espulsione di Criscito che atterra Lodi: non c’è chiara occasione da gol, semmai il fallo sembra sulla linea dell’area (e quindi rigore), mentre l’arbitro concede la punizione. Ok il rosso a Floro Flores che dopo la sostituzione insulta la terna: protesta Ballardini, espulso anche lui. Ci sta il rigore per il Genoa: Paloschi è trattenuto da Augustyn (accettabile il rosso per chiara occasione da gol).

Il video

(S)visti da lontano – Veloso e l’ingenuità del cartellino giallo a Catania

Il Genoa perde a Catania, a dimostrazione di quanto fossero stati preziosi e importanti i pareggi di Brescia, Cesena e Bari, nonostante l’indignazione di molti tifosi. Quaterna arbitrale pessima: un rigore non concesso a Floro Flores, che segna poi in fuorigioco, come Maxi Lopez del resto. Criscito, che non andava espulso, commette fallo in area di rigore. Floro viene espulso per proteste o insulti poco importa, ma non bastava un giallo? Ed era necessario cacciare Ballardini subito dopo? Il rigore su Paloschi sembra molto “compensativo”, come l’espulsione del difensore etneo. Insomma, un vero disastro per le giacchette nere presenti a Catania.
Capitolo a parte merita Veloso. Il portoghese ha grandi responsabilità, ma non tanto per l’errore dal dischetto, quanto per il cartellino giallo rimediato sapendo di essere in diffida. Con Milanetto fuori per infortunio, era fondamentale che Miguel si gestisse e nel caso spendesse l’ammonizione in momenti decisivi della partita o delle partite successive. Imperdonabile. Un giocatore che si presume di livello internazionale non può cadere in queste ingenuità. Anche per questo motivo, la responsabilità per l’errore del portoghese dagli 11 metri è di chi ha deciso di mandarlo sul dischetto. La scelta è stata sicuramente “motivazionale”. In caso di gol i tifosi genoani lo avrebbero osannato e considerato recuperato. Ma era evidente che in caso di errore, peraltro abbastanza prevedibile dato le condizioni del lusitano, i tifosi avrebbero iniziato/continuato a massacrarlo di critiche: un rischio troppo grande da assumere, soprattutto in un ambiente di tifosi volubili come quelli del Genoa. Non era meglio mandare al tiro Palacio? Paloschi? O Jankovic?
La mia opinione dopo sette mesi di Miguel Veloso a Genova, è che il giocatore non abbia la caratura necessaria per giocare ad alto livello, nonostante una classe indubbia. Dopo mesi fuori condizione e sovrapeso, aspetto che già da solo dovrebbe spiegare molto, ha compromesso subito e seriamente il rendimento nella striscia di partite che avrebbe dovuto sancire il suo riscatto.


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domenica 27 febbraio 2011

MEDIASET/ Simeone sulla presunta "visita" di Pulvirenti a Giannoccaro: «In Italia si parla tanto»

 "In Italia si parla tanto..". Così ha commentato il tecnico del Catania Simeone alla precisa domanda di Mediaset Premium riguardo alla presunta "visita" del presidente etneo, Antonino Pulvirenti, nello spogliatoio dell'arbitro Antonio Giannoccaro durante l'intervallo. L'episiodio, riporta sempre l'emittente, sarebbe stato evidenziato dal Genoa. Riguardo al commento sulla direzione di gara, l'allenatore ha detto: «Il loro primo gol mi sembra in fuorigioco e hanno avuto altre situazioni favorevoli, mi è sembrato un arbitraggio normale».

Fonte 

Clamoroso al Cibali: follia del Grifone! Ma si faccia piena luce sulla presunta "visita" di Pulvirenti a Giannoccaro 



IL PAGELLONE - Veloso e Jankovic, opportunità gettate al vento. Mesto in crescita continua

CATANIA
ANDUJAR 7,5: respinge corto il tiro di Kucka in occasione del gol di Floro Flores. Nega il raddoppio a Rossi e si supera sul rigore battuto da Veloso.
POTENZA 5,5: gioca solo il primo tempo, quello in cui il Catania soffre di più. Rimedia anche un cartellino giallo.
(SCHELOTTO 6): fornisce un contributo discreto anche se è il lontano parente del trascinatore del Cesena di inizio stagione.
SILVESTRE 6: il meno peggio della retroguardia rossazzurra. Nella ripresa si dimostra piuttosto solido, anche se i baluardi insuperabili sono ben altri.
AUGUSTYN 5,5: ingenerosa l’espulsione; appare sempre in difficoltà facendo sentire l’assenza di Spolli.
ALVAREZ 5,5: Palacio lo salta con continuità per tutto il primo tempo e parte della ripresa. Spaesato.
CARBONI 5,5: partita ai due volti come quella della sua squadra. Nel complesso, però, si dimostra meno granitico e combattivo di altre circostanze.
LEDESMA 5,5: il centrocampo del Grifone lo soffoca, impedendogli di costruire il gioco come da sua abitudine.
(RICCHIUTI 7): non segna ma ha un merito ancora maggiore: trasforma completamente la propria squadra.
LODI 6: pericoloso soprattutto sui calci piazzati e sui tiri dalla distanza. Colpisce anche un palo.
GOMEZ 6: tanto movimento, non sempre funzionali alla manovra sul fronte offensivo.
(MARCHESE SV)
BERGESSIO 6,5:
fa intravedere buone qualità anche se la sua prima rete in Italia va assegnata alla fortuna. Scheggia un palo nel finale.
MAXI LOPEZ 6,5: sigla il provvisorio pareggio approfittando di una carambola impazzita. Gode di più spazi quando il Genoa è chiamato a rimontare.

GENOA
EDUARDO 6,5: prodigioso nel primo tempo su Silvestre, nulla può sui fortuiti gol catanesi.
MESTO 6,5: ottima gara sia sotto il profilo del dinamismo che della spinta. Uno dei migliori.
DAINELLI 6: meno sicuro del solito. Non sempre riesce ad allontanare le palle vaganti che transitano dalle sue parti.
KALADZE 6: prestazione sottotono anche per il centrale georgiano, a volte in balia di Bergessio e Maxi Lopez.
MORETTI 6,5: dimostra ancora una volta che, quando c’è bisogno di lui, ci si può contare. Ha una gran voglia di mettersi in mostra e disputa un primo tempo all’altezza della situazione.
(ANTONELLI 6): in attesa della forma migliore, debutta con la maglia rossoblù.
ROSSI 6,5: colpisce una traversa e, sulla respinta, non riesce a battere Andujar. Solita gara tutta generosità e sacrificio.
KUCKA 6: scende in campo in precarie condizioni fisiche e fatica a dare continuità alla propria prova. Un pizzico di ingenuità nell’azione del gol di Maxi Lopez.
(PALOSCHI 6,5): non dispone di molte palle giocabili ma si procura con astuzia il rigore che Veloso fallisce.
VELOSO 5: spreca la ghiotta chance del 2-2 calciando senza convinzione il calcio di rigore. Apre il gioco con classee precisione ma certi passaggi a vuoto rischiano di costare caro.
CRISCITO 5,5: vittima di un abbaglio di Giannoccaro, lascia la squadra in inferiorità numerica. Decisivo il suo tocco sul tiro di Bergessio, per la più classica delle autoreti. Primo tempo a buoni livelli.
PALACIO 6,5: fino all’intervallo è il migliore dei ventidue. La sua velocità, unita ad una tecnica sopraffina, è l’arma in più del Grifone. Nelle fasi finali le energie non lo sostengono più.
FLORO FLORES 6,5: illude il Genoa sbloccando il risultato con un guizzo da rapace. Le sue reiterate proteste in occasione della sostituzione gli valgono un gratuito cartellino rosso.
(JANKOVIC 4,5): impalpabile, a tratti irritante. Non ha una posizione ben definita né l’approccio giusto per voler incidere.
Claudio Baffico

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Il Catania rimonta il Genoa e ringrazia il portiere Andujar

Nel primo tempo Floro Flores segna in sospetto fuorigioco e Rossi manca il 2-0. Nella ripresa in rete Maxi Lopez e Bergessio, poi Veloso si fa parare il possibile 2-2. Quattro espulsi

CATANIA, 27 febbraio 2011 - Il carattere e la voglia di vincere lanciano il Catania che batte in rimonta il Genoa 2-1. Dopo il gol in probabile off-side di Floro Flores nel primo tempo, nella ripresa succede di tutto. Maxi Lopex pareggia, Bergessio porta in vantaggio i rossoazzurri. Poi, dopo una lunga serie di ammonizioni, a salire in cattedra è l'insufficiente Giannoccaro. Il fischietto prima espelle Criscito per fallo su Lodi lanciaro a rete, poi Floro Flores che protesta dalla panchina e Ballardini; infine il rosso da Augustyn, punito per lo stesso fallo di Criscito, con rigore che Veloso si fa parare. Per la squadra siciliana tre punti da sballo in un periodo di magra; per il Genoa un ridimensionamento dopo la grande rimonta con la Roma.
offensivi — Diego Pablo Simeone ha il volto di chi non può più sbagliare. Assediato da infortuni e squalifiche, punta su un Catania offensivo, con Gomez alle spalle di Maxi Lopez e Bergessio. Stessi problemi per Davide Ballardini, anche se il suo Genoa viaggia a mille e gode di una classifica agiata. Il problema, per i catanesi, è psicologico. I rossoazzurri attaccano, corrono, ma si perdono negli ultimi venti metri, dove, tra l'altro, il Genoa fa buona guardia con una manovra difensiva impeccabile. I liguri carburano lentamente e prese le misure fanno valere la loro prestanza fisica, a dir poco devastante se confrontata con quella del Catania.
Il gol di Antonio Floro Flores. Ansa
Il gol di Antonio Floro Flores. Ansa
Rossi non chiude — I rossoblù sfoderano possesso palla e profondità. Veloso e Palacio, soprattutto quest'ultimo, fanno la differenza. Palacio fa, è il caso di dirlo, quello che vuole. Da una sua idea nasce anche il gol del vantaggio. Cross dalla destra ribattuto che finisce a Kucka il cui bolide non viene trattenuto da Andujar. Il più lesto a recuperare è Floro Flores che in probabile fuorigioco infila. Difficile digerire l'ingiustizia, ma è anche il caso di sottolineare che il Catania pur spingendo convince poco, per poi subire il micidiale contropiede del Genoa che si avvale di raddoppi illuminanti. E che potrebbe segnare il 2-0. Al 36', Marco Rossi spreca infatti due volte: prima colpendo la traversa con una potente inzuccata, poi tirando addosso al portiere sulla respinta. Insomma, dopo i primi 45 minuti, il vantaggio è ineccepibile, mentre resta incomprensibile l'atteggiamento del Catania: confuso, senza un'idea ben precisa di gioco.

 

Catania-Genoa 2-1

Finita male, la trasferta rossoblù in Sicilia: espulsi Mimmo Criscito, Floro Flores (autore del gol) e Davide Ballardini. Rigore fallito da Miguel Veloso

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SERIE A/ Catania-Genoa, probabili formazioni: Bergessio dal primo minuto, Paloschi scalpita


CATANIA (4-3-1-2): 21 Andujar, 2 Potenza, 6 Silvestre, 18 Augustyn, 22 Alvarez, 8 P. Ledesma, 5 Carboni, 10 Lodi, 19 Ricchiuti, 9 Bergessio, 11 Maxi Lopez. (1 Kosicky, 12 Marchese, 16 Llama, 24 Pesce, 7 Schelotto, 17 Gomez, 15 Morimoto). All.: Simeone. Squalificati: Spolli. Diffidati: Alvarez, Andujar, Silvestre. Indisponibili: Biagianti, Bellusci, Capuano, Izco, Martinho, Sciacca. 

GENOA (4-4-2): 1 Eduardo, 20 Mesto, 13 Kaladze, 3 Dainelli, 4 Criscito, 7 Rossi, 33 Kucka, 42 Veloso, 23 Antonelli, 8 Palacio, 83 Floro Flores. (73 Scarpi, 24 Moretti, 35 Polenta, 30 Sturaro, 71 Jankovic, 9 Boselli 43 Paloschi). All.: Ballardini. Squalificati: Rafinha. Diffidati: Criscito, Destro, Veloso. Indisponibili: Milanetto, Destro, Konko, Chico.

Viareggio Cup, focus: Genoa-Nordsjaelland 3-0

Il Genoa insegue la qualificazione alla seconda fase del Torneo di Viareggio, serve una vittoria contro i danesi del Nordsjaelland. La coppia Corradi-Juric si affida al tridente Jelenic-Boakye-Longo. Dall’altra parte Pedersen sceglie il  4-2-3-1 con Okore a combattere contro la difesa a tre genoana. Partenza di marca rossoblù con Jelenic che al 7’ guizza sulla destra e serve a Longo un pallone solo da appoggiare in rete ma il centravanti manca l’impatto con il pallone. Al 30’ la risposta danese con il tiro ravvicinato del capitano Gyartkjaer deviato da Perin, intervento decisivo. Da qui in poi sarà solo Genoa: al 35’ bell’azione Longo, Jelenic, Boakye ma quest’ultimo trova sulla linea di porta il muro della difesa per ben due volte a chiudergli la via del gol. Rete che arriva allo scadere della prima frazione: Cane sfonda sulla destra per l’ennesima volta e Guarco non fallisce l’occasione.Nonostante il  vantaggio il Genoa non si siede e trova al 55’ il doppio vantaggio: Boakye ruba palla sulla trequarti e vola velocissimo verso la porta, tocco di forza e portiere battuto.  Il Nordsjealland non ha più niente da perdere e prova a lanciarsi in attacco senza però mai spevantare Perin. I rossoblù in contropiede dilagano, al 77’ ancora Boakye arriva a tu per tu con il portiere ma questa volta si fa ipnotizzare con due compagni liberissimi al suo fianco. I grifoncini chiudono il discorso all’ 83’ con Rodriguez che insacca di testa su assist di Jelenic. Prova di forza del Genoa che si lancia all’inseguimento della Viareggio Cup passando il turno con pieno merito. Niente da fare per la formazione della Danimarca che per passare il turno aveva bisogno di un vero e proprio miracolo.


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Palacio: sono la treccia de Dios e non mi muovo dal Genoa

Premere play. Canta Manu Chao, reinterpreta Rodrigo Palacio. «Si yo fuera Maradona, vivirìa como el. Bella canzone». 

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giovedì 24 febbraio 2011

Viareggio, successo per il Genoa: 1-0 col Parma

Successo per la Primavera del Genoa nella seconda gara del Torneo di VIareggio. I grifoncini hanno battuto il Parma grazie a un gol di Longo al 4' del primo tempo. Traversa di Jelenic poco dopo, poi nella seconda frazione il Parma sfiora il gol nel finale.

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Genoa, il futuro è in 3D

Tra presente e futuro. Con l’entusiasmo della doppia, storica impresa centrata portando a casa derby e remontada sulla Roma in appena cinque giorni. Effetti speciali. Con la carica di chi, come Luca Antonelli, è pronto a ritornare in campo dopo tanto tempo, sulla scia dell’amico Alberto Paloschi. Con la carica di chi, come il giovanissimo Federico Rodriguez, è appena sbarcato a Genova, dall’Uruguay, per iniziare la sua avventura nel calcio italiano. Con la carica di chi, come Michele Pazienza, sta mettendo cuore, muscoli e intelligenza tattica al servizio di un Napoli in piena corsa per lo scudetto, in attesa di planare sul Genoa l’estate prossima dopo aver firmato un contratto triennale.

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Criscito: giusto restare

«Consiglio ai giovani di crescere in maniera giusta, serena, di fare sport con entusiamo». Così Mimmo Criscito a Stelle nello sport: il giocatore del Genoa fu vincitore del referendum sul genoano più votato tre anni fa, Criscito e l’attualità: «Le ultime due vittorie del Genoa hanno cresciuto l’entusiasmo».
Il derby e la rimonta con la Roma? «Due gare importantissime, il derby da vincere è arrivato in un momento difficile e nel momento giusto, non vincevamo fuori casa da tempo. Con la Roma rimonta storica, ci abbiamo sempre creduto. Dal derby speriamo sia rinato un nuovo campionato, ci guardiamo sempre alle spalle, a salvezza raggiunta ci toglieremo molte soddisfazioni».

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lunedì 21 febbraio 2011

La Roma è sparita Genoa da leggenda

Avanti 0-3 al 51' grazie ai gol di Mexes, Burdisso e Totti, i giallorossi si fanno incredibilmente rimontare dai rossoblù che ribaltano la situazione grazie alle doppiette di Palacio e Paloschi, entrato nella ripresa. Espulso nel finale Rafinha

di JACOPO MANFREDI


L'esultanza di Paloschi
GENOVA - Totti esce dal campo col volto coperto dalla maglietta: è l'immagine della Roma attuale, una squadra che si è completamente persa e non riesce più a ritrovare la via per tornare in corsa per l'Europa che conta. Avanti 0-3 al 51', la squadra di Ranieri butta via 3 punti fondamentali e consente al Genoa di confezionare un'impresa da leggenda, da raccontare un giorno ai nipotini. Una sconfitta assurda che conferma lo scollamento totale di una formazione con evidenti limiti di concentrazione e forma.

GENOA ASSENTE IN AVVIO - La gara di Marassi è stato un concentrato di emozioni ed umori. Per 50' in campo c'è stata una sola squadra, la Roma, che, decisa a rispondere alle critiche di stampa e tifosi, ha messo sotto un Genoa svagato, probabilmente ancora sotto gli effetti della sbornia post-derby.

ROMA, PARTENZA SPRINT - Con Totti ispirato e Borriello ottimo suggeritore, i giallorossi sono partiti col piede giusto e hanno subito messo sotto i rivali, sfruttando al meglio due calci piazzati con gli inserimenti in area di Mexes e Burdisso. Il Genoa ha provato a replicare subito sfruttando i buoni movimenti di Floro Flores e Palacio ma ha dovuto fare i conti con l'imprecisione, soprattutto, dell'ex attaccante dell'Udinese, tanto bravo negli smarcamenti quanto poco lucido sotto porta.

TOTTI, ILLUSORIO 0-3 - La Roma per due volte ha ringraziato Julio Sergio e, in avvio di ripresa, ha triplicato con Totti, bravo a chiudere una triangolazione
con Borriello. Partita chiusa? Macché. Il Genoa l'ha subito riaperta accorciando le distanze con Palacio, servito da Floro Flores, poi ha approfittato di una Roma impaurita per regalare un nuovo pomeriggio da sogno ai propri tifosi.

BALLARDINI, CAMBI DECISIVI - Fondamentali sono risultati gli innesti di Veloso e Paloschi. Il primo ha dato maggior ritmo e ordine agli assalti rossoblu, il secondo ha finalizzato la mole di lavoro prodotta da esterni e compagni di reparto siglando prima il 2-3 su nuovo assist di Floro Flores e poi il 4-3 su tocco di Palacio. Già, Palacio. L'argentino si è rivelato l'uomo in più nella rincorsa dei grifoni. Dopo il gol della speranza ha messo fine al vantaggio della Roma realizzando il 3-3 con un magnifico pallonetto di testa. E poi, come detto, ha ideato l'azione decisiva da 3 punti.

RANIERI, BOLOGNA ULTIMA SPIAGGIA? - Se il Genoa, quindi, può tornare a sognare un posto in Europa League la Roma, che è salita a 14 gol incassati nelle ultime 4 partite, deve rimboccarsi in fretta le maniche. Mercoledì c'è già il Bologna e non c'è tempo per piangere sul latte versato. Ma è evidente che un altro risultato negativo al Dall'Ara costringerà Rosella Sensi (o forse sarebbe meglio dire Unicredit...) a prendere una decisione drastica per non gettare già al vento la stagione. 

GENOA-ROMA 4-3 (0-2)

Genoa (4-4-2): Edoardo 6, Mesto 6, Dainelli 5, Kaladze 6.5, Criscito 6.5, Rafinha 7, Kucka 6.5, Milanetto 5.5 (16' st Veloso 6.5), Rossi 6 (19' st Paloschi 7.5); Floro Flores 6.5 (35' st Moretti sv), Palacio 8. (73 Scarpi, 9 Boselli, 23 Antonelli, 71 Jankovic). All. Ballardini 7
Roma (4-3-1-2): Julio Sergio 6.5, Riise 5.5, Mexes 6, Burdisso 6.5, Castellini 5.5, Greco 6, Brighi 6, Perrotta sv (10' pt Taddei 6), Simplicio 6.5 (19' st Menez 6.5), Totti 7, Borriello 6.5 (26' st Loria 5). (1 Lobont, 25 Burdisso, 45 Pettinari, Pizzarro). All. Ranieri.
Arbitro: Orsato di Schio 6
Reti: nel pt 6' Mexes, 16' pt Burdisso; nel st 6' Totti, 7' e 29' Palacio, 22' e 40' Paloschi.
Angoli: 5 a 5
Recupero: 2' e 4'
Ammoniti: Greco e Dainelli per gioco scorretto, Rafinha  e Mexes per gioco pericoloso, Totti per comportamento non regolamentare
Note: 22.180 spettatori per un incasso di 223.172 euro lordi.

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Genoa vs Roma 4-3 Ampia Sintesi - "SKY HD" - Full Highlights (20-02-2011)

Il video

domenica 20 febbraio 2011

Roma da non credere a Marassi Avanti 3-0, perde 4-3 con il Genoa

I giallorossi al 6' della ripresa sono avanti di tre reti (Mexes, Burdisso e Totti), ma i padroni di casa non si arrendono e rimontano con Palacio (doppietta) e Paloschi. Totti sbaglia un gol fatto e al 40' ancora Paloschi va a segno regalando i tre punti ai rossoblù. Espulso Rafinha a tempo scaduto.

GENOVA, 20 febbraio 2011 - La Roma risponde alla violenta contestazione di Trigoria e alle ultime tre sconfitte di fila riversando in campo tutta la sua voglia e la sua qualità. Ma alla fine tutto questo non basta, contro un Genoa in straripante condizione fisica: a Marassi finisce 4-3 per i padroni di casa, dopo che al 6' della ripresa erano in svantaggio di tre reti. Sono le doppiette di Palacio e Paloschi a ribaltare un risultato che sembrava segnato.

uno-due roma — La Roma approccia la gara con spirito inequivocabilmente battagliero, nonostante le ultime avversità: Taddei accusa qualche linea di febbre nella notte, al suo posto viene rispolverato Brighi. Poi Juan, dopo il riscaldamento, capisce di essere in precarie condizioni di salute (influenza) e lascia il posto a Castellini. Non bastasse, dopo 8 minuti di gioco Perrotta è costretto ad uscire con la caviglia destra malconcia (al suo posto Ranieri getta nella mischia Taddei). Il tutto in aggiunta alle assenze di Vucinic e Adriano (infortunati) e a quelle di Rosi, Cassetti e De Rossi, squalificati. Ma la Roma di Marassi sembra più forte del destino avverso e dei veleni di Trigoria: entra in partita a testa bassa e già prima del vantaggio Borriello e Totti sfiorano più volte il gol. Il grande avvio giallorosso è premiato dalla rete di Mexes al 6', che di testa devia un calcio d'angolo alle spalle di Eduardo. La foga della Roma non si ferma, anzi Totti e C. sono ancora più carichi e determinati. Il Genoa non c'è o se c'è non si vede. Il primo segno di vita peraltro è offerto da Eduardo, che evita miracolosamente il raddoppio di Taddei. E il primo quarto d'ora se ne va così, con la partita fagocitata dalla squassante pressione della Roma, irrefrenabile e concentrata nelle sue avanzate, nonostante un campo appesantito dalla pioggia. Poi anche il Genoa si scuote, reagisce allo svantaggio, si ricorda del bel successo nel derby di mercoledì scorso (la formazione è la stessa) e sfiora il pari con Palacio. Il Genoa ora spinge, ma la la voglia della Roma travolge la difesa genoana, che non riesce ad opporre adeguata resistenza. E così al 16' l'altro centrale, Nicolas Burdisso, infila Eduardo di testa su azione d'angolo, ossia un altro calcio da fermo. E ancora il Genoa non ci sta: Floro Flores prima sbaglia la mira, poi chiama Julio Sergio a una grande parata. Il primo tempo si chiude sul 2-0 per la Roma, ma lascia intuire che la partita può ancora dire molto.
ribaltone genoa — E infatti la ripresa si apre con un Genoa scatenato e convinto di poter rimontare e con Floro Flores che subito inaugura il suo personale duello con Julio Sergio: il portiere salva la sua porta già dopo 5'. Un minuto dopo Totti sfrutta un assist di Borriello e di sinistro infila il 3-0. Partita chiusa? Neanche per sogno, perché il Genoa non ha cambiato idea, e non rinuncia a tentare la rimonta. Detto fatto, al 7' Palacio dopo uno scambio con Floro Flores batte Julio Sergio e firma il 3-1. Poi ancora Floro Flores prosegue la sua personale sfida con il portiere giallorosso, che ancora si dimostra decisivo per i suoi, e allora ci pensa Paloschi, che era a digiuno dall'ottobre 2009, a firmare il 2-3. Il Genoa ci crede sempre più ed è sorretto da una condizione fisica straripante, la Roma accusa il colpo e si squaglia come neve al sole. Ora i rapporti di forza sono completamente sovvertiti. Il pareggio arriva con un colpo di testa angolato di Palacio al 29', e la gara incredibilmente si riapre. Al 34' Totti, tutto solo in area, spreca malamente la più facile delle occasioni, tirando addosso a Criscito. Segnale premonitore? Forse, ma la sostanza è che al 40' il Genoa passa ancora e stavolta il risultato è definitivo: Palacio appoggia in area per Paloschi, che di destro appoggia in rete da pochi passi. Doppietta anche per lui, e incredibile 4-3 per il Genoa (che finirà in 10 per il doppio giallo a Rafinha a tempo ormai scaduto).
Livia Taglioli

Fonte: Gazzetta dello Sport.it

Genoa 4 Roma 3



Pazzesca rimonta genoana da 0-3 al vantaggio. Doppiette di Palacio e Paloschi dopo le reti di Mexes, Burdisso e Totti.

Che cosa dire di una partita del genere? Quando una squadra rimonta tre reti e vince vuol dire che gli avversari si sono un po’ suicidati, ma chi ha assistito allo spettacolo di Marassi in ogni momento della partita, anche sul 3-0 per la Roma, sentiva il gol nell’aria, anche perché le due difese sembravano largamente inferiori ai reparti offensivi. Il Genoa, inoltre, ha subito le prime due reti un po’ allo stesso modo, fermo su calci piazzati sapientemente battuti da Totti sulla testa di un difensore avanzante. Ma ha sempre ribattuto colpo su colpo e le sfortune di Floro Flores in fase conclusiva sono poi diventate le fortune di Paloschi, freddo a farsi trovare pronto sotto rete. Ma il vero gigante rossoblù è il piccolo Rodrigo Palacio, che ha fatto impazzire la difesa romanista dal primo all’ultimo minuto, ha segnato due reti e regalato l’assist vincente a Paloschi. Monumentale. Più della follia romanista.

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Serie A, Genoa-Roma: probabili formazioni LIVE. Ancora fuori Borriello?

SERIE A GENOA-ROMA, Milano 19 febbraio 2011 – Ballardini conferma 10/11 della formazione che ha vinto il derby, l’unico nuovo innesto è Konko al posto di Mesto, Rafinha torna terzino. Il ginocchio destro e la schiena bloccano Vucinic e Borriello, solo panchina per loro. In attacco al fianco di Totti ci sarà Menez, sulla trequarti Simplicio. Genoa (4-4-2): Eduardo; Rafinha, Kaladze, Dainelli, Criscito; Konko, Kucka, Milanetto, Rossi; Floro Flores, Palacio.
A disposizione: Scarpi, Chico, Mesto, Antonelli, Veloso, Jankovic, Paloschi. All.: Ballardini
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Boselli, Destro

Roma (4-3-1-2): Julio Sergio; N.Burdisso, Mexes, Juan, Riise; Taddei, Brighi, Perrotta; Simplicio; Totti, Menez. A disposizione: Doni, Loria, Castellini, G.Burdisso, Borriello, Vucinic. All.: Ranieri
Squalificati: Cassetti, De Rossi (1), Rosi (4)
Indisponibili: Adriano, Pizarro


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sabato 19 febbraio 2011

Boakye stende il Modena, rossoblù a più 5 sul Torino

Il Genoa non si ferma, batte il Modena tra le mura amiche del “Riboli” di Lavagna e vola a più 5 in classifica sul Torino secondo in classifica. Il gol che decide la sfida arriva dopo soli quattro giri di orologio nella ripresa e porta la firma di Richmond Boakye: l’attaccante ghanese riceve palla da Longo e scarica alle spalle di Gibertini. È il gol che decide una sfida ben giocata dai “grifoncini”, che proseguono la loro marcia trionfale.

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venerdì 18 febbraio 2011

Marco Rossi: «Ma se ghe pensö...»

«La nord sembrava un’onda»


La sa? «Il ritornello». E canta? «Mi piace, però sono stonato». L’area marketing insorge: «Lasciate perdere, non sa cantare». Non è Vasco. Omar Milanetto, con cui post-derby è andato a festeggiare nei vicoli del centro storico, sostiene invece che il problema del capitano è non saper esultare: «L’avete visto? Non è capace». E Marco Rossi incassa: «Omar mi prende sempre in giro per questo. Anche mercoledì sera continuava a dirmi: arrivi davanti alla porta e poi sbagli apposta pur di non esultare, non lo sai fare». Tormentone tra amici, primatisti di stracittadine: «Quattro vinti, con Criscito e Scarpi. Esaltante. Probabilmente noi lo viviamo così perché, oltre che giocatori, siamo tifosi del Genoa. Ah, e io so esultare...». S’è visto, dopo il derby 103, vinto con gol di Rafinha. «Cosa ho pensato in quel momento? Un orgasmo. Si può dire?». Si può dire e si può cantare. Almeno il ritornello. «Fa così. Ma se ghe pensö allua mi veddu u mâ...».Rossi, ma se ghe pensa al triplice fischio. Palla a lei, destino.
«Sì, l’avevo io. Se ghe pensö che ad avermi lasciato un secondo in più magari vado in porta. No, anzi, meglio così. Ringrazio Morganti, come dice Milanetto avrei sbagliato pure quello e mi sarei beccato dei fischi. A parte questo, una gioia infinita».

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BUON COMPLEANNO PRESIDENTE PREZIOSI

Sessantrè, ma non li dimostra. Oggi è il compleanno del presidente del Genoa, Enrico Preziosi, che ha risollevato le sorti della società dopo aver attraversato periodi di grandi difficoltà. Il direttore ed editore Marco Liguori, assieme a tutta la redazione di Pianetagenoa1893.net augura un felice compleanno al numero uno rossoblù e tanti altri successi in campo sportivo e industriale.

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Preziosi a Radio19: dovevamo vincere 4-1

«Sono felice di aver regalato una grande gioia ai tifosi genoani, ma non è una partita che può cambiare tutto. Certo è una gara particolare e non posso negare di essere felice, sarei un ipocrita a minimizzare. Una grandissima vittoria, anzi l’1-0 è stato pochissimo. Il risultato giusto era 4-1».
Enrico Preziosi è un fiume in piena a Radio19, dove ha parlato del derby e anche del dopoderby: «Io non so dove arrivano i meriti della mia squadra e dove i limiti dell’altra. L’avversario ieri per 60/70 minuti è stato inesistente. Merito nostro e del gioco che abbiamo espresso. Io ero sereno avevo pranzato coin la squadra e li avevo visti sereni. mi ha sorpreso l’intensità, l’agonismo e la correttezza in campo. Un derby così non sarà più dimenticato. Un regalo per il mio compleanno ? Sì ma ora lo voglio anche domenica con la Roma. Rafinha? Ieri ha fatto il suo lavoro, in altri casi no. Magari non è stato messo in condizione, ma il valore di un giocatore non si può giudicare in soli 3 o 4 mesi. Ci sono situazioni particolari e noi abbiamo cambiato allenatore. Di errori ne abbiamo fatto tutti e ieri lui ha giocato da ottimo giocatore quale è. Veloso? Chi lo discute discute il calcio. Lui deve capire che in Italia non ci sono pause come in Portogallo. Qui il campionato è duro e la palla va data più veloce. Lui lo ha capito e se lo recupereremo al 100% avremo un grande valore». 

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giovedì 17 febbraio 2011

Sampdoria - Genoa 0-1 Ampia Sintesi - SKY HD - Highlights

Il video

IL PAGELLONE - Kucka rade al suolo la Samp, Rafinha la stecchisce. Che cuore la vecchia guardia!

SAMPDORIA
CURCI 5,5: si fa trovare troppo avanti sul gol di Rafinha. Solo la traversa lo salva dalle conclusioni di Palacio e Rossi.
ZAURI 5,5: sempre costretto a rincorrere. Impreciso nei passaggi e rude nei contrasti.
LUCCHINI 6: non riesce a dare tranquillità alla difesa ma combatte con le armi che ha a disposizione: il fisico e lo stacco di testa.
GASTALDELLO 5,5: soffre Palacio per tutto il primo tempo. Costretto al fallo da ammonizione, viene avvicendato nell’intervallo.
(VOLTA 6): se la cava senza brillare. Non è certo il responsabile della sconfitta della Samp.
ZIEGLER 5: non difende e non spinge. E sulla sua fascia il Genoa va a nozze.
DESSENA 5,5: Di Carlo lo schiera per aggiungere sostanza al centrocampo ed invece l’ex cagliaritano viene spesso preso d’infilata.
(ZAZA SV)
PALOMBO 6:
ha personalità e malizia ma da lui ci si attende di più.
POLI 5,5: molto confusionario. Probabilmente sente troppo la partita e la prestazione ne risente.
GUBERTI 6: il più vivace della Samp, anche se dopo pochi minuti fallisce la rete del vantaggio.
MACHEDA 4,5: chi l’ha visto? La prestazione di un attaccante che non tira né fraseggia con i compagni si commenta da sé.
(MANNINI 5,5): prova a spingere sulla destra ma Criscito lo sovrasta.
MACCARONE 5,5: troppo lontano dalla porta di Eduardo per pensare di poter incidere. Si batte senza risultati concreti.

GENOA
EDUARDO 7: nella partita più delicata ed attesa sfodera una prestazione di grande valore. Provvidenziale in avvio su Guberti, sicuro sulle uscite alte. Ritrovato.
MESTO 7: macina chilometri su chilometri creando spesso la superiorità numerica. Alcune sovrapposizioni mettono in apprensione Ziegler. Ficcante.
DAINELLI 7: non concede neppure le briciole agli attaccanti sampdoriani. Dimostra grande sicurezza badando sempre al sodo. Granitico.
KALADZE 7: neppure una sbavatura o un’indecisione. Gigantesco.
CRISCITO 7: nel secondo tempo è una furia. Spettacolare in chiusura su Mannini, scatenato in fase di spinta. Uomo da derby.
RAFINHA 7,5: non avrebbe neppure dovuto giocare, risolve la stracittadina con il primo gol in Italia. Decisivo.
MILANETTO 7: partite di questo calibro lo esaltano. Tocca decine di palloni smistandoli con sapienza, lotta e contrasta come un ventenne, copre ed imposta con la stessa efficacia. Irriducibile.
KUCKA 8: c’è il centrocampista bravo ad impostare, quello capace a contrastare, quello che punta sul fisico. Kucka sa fare tutto in maniera formidabile. Fuoriclasse.
ROSSI 7,5: solo la sfortuna gli impedisce di segnare nel derby per la seconda volta. Prima la traversa, poi Curci, ma sarà lo stesso una stracittadina da ricordare. Encomiabile.
PALACIO 7: conferma di non essere un bomber di razza, ma il suo lavoro sfianca la retroguardia sampdoriana. Duracell.
(CHICO SV)
FLORO FLORES 7:
si divora un gol: colpa lieve quando si vince. Gioca con grande furore agonistico dimostrando di aver già capito il significato della parola derby a Genova. Pungente.
(PALOSCHI SV)

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mercoledì 16 febbraio 2011

Sampdoria-Genoa 0-1 Rafinha Amazing Goal *SKY HD [16-02-2011]

Il gol

Genoa trova la scossa-derby Sampdoria punita da Rafinha

Finisce 1-0 a favore dei rossoblù, che superano i rivali in classifica e legittimano il risultato colpendo anche due traverse con Palacio e Rossi. Decisivo Eduardo su Guberti nel primo tempo, Curci evita il raddoppio genoano nella ripresa

Macheda contro Kucka durante il derby. Ap
Macheda contro Kucka durante il derby. Ap
GENOVA, 16 febbraio 2011 - Il Genoa conquista la sua decima vittoria in un derby in casa Samp, superando i blucerchiati per 1-0 nel recupero del match rinviato il 19 dicembre scorso per neve. Match winner è Rafinha, a segno al 10' della ripresa: il brasiliano legittima così una supremazia rossoblù evidente per tutti i 90 minuti. La Samp si scuote tardi, e nemmeno nel disperato forcing finale dà l'impressione di poter sovvertire i rapporti di forza in campo. Il Genoa supera così la Samp in classifica.
in campo macheda e Rafinha — Un infortunio per parte altera i piani iniziali di Di Carlo e Ballardini: Biabiany aveva accusato un indurimento a una coscia ieri durante la rifinitura, Konko ha un problema a un ginocchio, entrambi fuori causa, non vanno nemmeno in panchina. Al loro posto dunque si presentano in campo Macheda, che fa coppia con Maccarone, e Rafinha, a completare il centrocampo rossoblù. Parte meglio il Genoa: più sicuro, più organizzato, più squadra. Infatti pronti via e Palacio colpisce la traversa, in un'offensiva partita da un brillantissimo Kucka. Il Genoa macina gioco offensivo con fluidità e intensità, la Samp è più timida e meno efficace. A eccezione di Guberti, folletto spesso imprendibile per gli avversari, che infatti si presenta ben due volte a tu per tu con Eduardo: prima il portiere si salva di piede, poi in angolo. Ma è il Genoa ad andare ancora più vicino al gol: Kucka conferma di avere spessore non solo in fase di impostazione, ma anche di conclusione e sbaglia di poco il bersaglio, Rossi colpisce un'altra volta la traversa (e sul successivo tap in Floro Flores è nettamente in fuorigioco) e Palacio in azione di contropiede sbaglia il tocco finale, mandando altissimo. Insomma, è un Genoa che contro una Samp che gioca solo a sprazzi meritava di più, e invece si va al riposo sullo 0-0.

 

Il derby è rossoblù: Sampdoria 0 Genoa 1

Grande festa dei rossoblù che corrono sotto la Nord: il più complimentato è Eduardo, un po’ per la parata decisiva su Guberti nel primo tempo, e molto perché i compagni volevano dargli una dimostrazione d’affetto. La Samp esce dal campo a testa bassa.
In ogni caso, quello che era stato definito come un derby da poveri, si è trasformato in un bello spettacolo, con le due squadre che si sono battute per vincere, senza tatticismi. Il Genoa ha giocato meglio, ha avuto più occasioni e ha meritato i tre punti che gli consentono di scavalcare i cugini in classifica. La Samp dopo il gol subito non si è abbattuta come in altre partite, ma ancora una volta è parsa priva di riferimenti offensivi di rilievo, anche se nella ripresa Maccarone perlomeno si è battuto.
La partita è stata decisa da un tiro di Rafinha, potente e magico perché la palla ha preso un effetto che ha tradito Curci. Ma il Genoa ha colpito anche due traverse ed ha avuto altre palle-gol.

martedì 15 febbraio 2011

Derby, conto alla rovescia

Genoa e Sampdoria subito al lavoro in vista del derby di mercoledì pomeriggio, recupero della partita rinviata il 19 dicembre per impraticabilità del campo.
Il Genoa è sceso in campo questa mattina al Signorini di Pegli. Reduci dal pareggio a reti bianche di Bari, gli uomini di Ballardini si sono divisi in due gruppi. I protagonisti della gara in Puglia hanno svolto lavoro di scarico in palestra, tra una razione di tapis-roulant e una di cyclette. Gli altri giocatori, invece, hanno ripreso la consueta preparazione con una seduta di quasi 90 minuti agli ordini dello staff tecnico e partitelle sei contro sei.
In luce soprattutto Luca Antonelli, rientrato in gruppo la scorsa settimana e reduce dalla prima convocazione dopo il lungo infortunio. Oltre agli uomini della prima squadra, in gruppo anche i giovani della primavera Boakye e Carlini. Per domani rifinitura nel pomeriggio, che sarà seguita dal ritiro pre-gara nel consueto albergo che ospita i rossoblù alla vigilia delle sfide casalinghe.

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Genoa-Venezia, condannato solo Preziosi

Intorno alle 10, il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, è stato condannato in appello dal tribunale di Genova a quattro mesi di reclusione per frode sportiva in merito alla vicenda del presunto accordo sull’esito della partita Genoa-Venezia (Serie B 2004/05), che costò la retrocessione in C1 della squadra rossoblù.

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domenica 13 febbraio 2011

IL PAGELLONE - Milanetto e Kucka convincono, ma non bastano

BARI
Gillet 6,5: poco impegnato, ma quando interviene lo fa con sicurezza
Masiello 5.5: si distingue sopratutto per i suoi falli
Glik 5: assieme a Rossi costituisce il “ventre molle” della difesa barese
Rossi 5: vedi Glik
Parisi 6: riesce a contenere Mesto e, a volte, anche Konko
Rivas 5.5: tanta buona volontà ma poco costrutto (60° Alvarez 6.5: il suo ingresso dà maggior incisività alla manovra barese)
Donati 5: si è visto raramente
Almiron 6: tira avanti la baracca a centrocampo (70° Gazzi 5: prestazione poco convincente)
Bentivoglio 6: nonostante sia fuori ruolo riesce a lanciare qualche buon cross per le punte.
Okaka 6.5: si dà molto da fare e crea qualche grattacapo alla difesa genoana
Ghezzal 6: riesce a fare sponda con Okaka. Inspiegabile la sua sostituzione nel suo momento migliore (67° Castillo 5: decisamente poco efficace)
GENOA
Eduardo 6.5: ha ripreso piena fiducia nei suoi mezzi. Sempre sicuro e attento
Mesto 5.5: meno lucido delle ultime volte soprattutto in fase offensiva. I suoi cross sono tutti sbagliati
Dainelli 6: per lui ordinaria amministrazione, tranne qualche problema creato da Okaka
Kaladze 6: tranquillo pomeriggio anche per lui
Criscito 5.5: non sta attraversando un momento particolarmente felice. Per ora non è il “signore e padrone” della fascia sinistra
Konko 5.5: meno brillante delle ultime uscite, raramente riesce ad essere incisivo a destra (83° Jankovic ng)
Milanetto 6.5: ancora una buona “orchestrazione” della squadra. Purtroppo predica nel deserto
Kucka 6.5: ancora una buona prestazione per lo slovacco che conferma le sue doti di interdittore e di impostazione della manovra
Rossi 5.5: comincia a mostrare segni di stanchezza (70° Rafinha 5: il suo apporto sulla fascia sinistra è stato mediocre)
Palacio 5.5: la prima volta tira ed è sfortunato centrando il palo. Ma la seconda volta è solo davanti a Gillet e rovina tutto con un tiro sbilenco. Periodo di appannamento per lui (64° Paloschi 5: dà un apporto scarso alla manovra offesiva)
Floro Flores 5.5: tanta buona volontà, ma non ha convinto particolarmente come nelle sue prime gare
Marco Liguori

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Bari - Genoa 0-0

«Abbiamo avuto il pallino del gioco per tre quarti della gara. Ci è mancata la necessaria cattiveria negli ultimi 30 metri. Adesso abbiamo 48 ore per preparare al meglio il derby con la Samp, una sfida a cui teniamo particolarmente, molto sentita dalla nostra gente. È una partita unica e noi la prepareremo al meglio». L’allenatore del Genoa, Davide Ballardini, ha così commentato il punto guadagnato al San Nicola contro il Bari. «Mesto e Criscito sono scesi sulla fascia per 18 volte, in tante altre occasioni avremmo potuto concretizzare occasioni favorevoli in attacco.

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Bari - Genoa 0-0

Il Genoa ha perso un'altra grande occasione per fare punti in trasfeta contro un Bari mediocre.

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Bari - Genoa: Le probabili formazioni

Queste le probabili formazioni di Bari - Genoa, in campo oggi pomeriggio a partire dalle 15:
Bari: Gillet, Masiello A, Glik, Rossi, Parisi, Rivas (Donati), Almiron, Gazzi, Bentivoglio, Okaka, Rudolf.
Genoa: Eduardo, Mesto, Dainelli, Kaladze, Criscito, Konko, Milanetto, Kucka, Rossi, Palacio, Floro Flores.
Arbitro: Peruzzo di Schio

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L’amuleto di Floro Flores: «Stesse scarpe del gol al Milan»



Floro Flores
Un gol al Diavolo vale un tatuaggio. Perché è stato il primo nel Genoa, perché è stato una scarica d’emozione («Da tanto tempo non provavo una gioia così») e perché in ballo c’è una promessa da mantenere. Antonio Floro Flores a Genoa Live racconta: «È vero, mi tatuo la data della prima rete in rossoblù». Col Milan, 6 febbraio 2011. Quando l’appuntamento con l’ago? «Vediamo, non è che mi sveglio e vado. Devo decidere il punto del corpo e adesso c’è da fare pure il tatuaggio per il figlio in arrivo, Armando». Terzo erede, la moglie Michele partorirà a giorni. Altro motivo per tentare il bis a Bari, dedica pronta. E la via, oltre che tecnica, è scaramantica: «Non ho manie particolari prima della partita. Però, fin da ragazzino, uso le scarpe della partita precedente se in quella ho segnato». Al San Nicola, per Floro Flores, scarpe confermate.


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sabato 12 febbraio 2011

Lazarevic, Jelenic e Birsa: «Un Grifone alla slovena»

Slovenian Style, è una polka diffusa nel Midwest americano, che viene dalla tradizione slovena. Ma negli ultimi tempi anche il calcio italiano danza sloveno, sempre di più. Pure il Genoa, sempre di più. Con Enrico Preziosi che annuncia la fine dei balli di mercato dalla prossima estate: «La squadra è già fatta, tra acquisti conclusi e rientri di alcuni giovani». Dal Paese sùbito lì a Est, oltre confine, Enej Jelenic che già è a Genova e cresce in casa, Dejan Lazarevic che c’era e dal Torino vuol tornarci, Valter Birsa che ci sarà: 63 anni in tre, per lo Slovenian Grifone.

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venerdì 11 febbraio 2011

IL SECOLO XIX - Intervista a Criscito: "Svolta a sinistra"

La Nazionale e il Genoa sono gli argomenti dell'intervista di Mimmo Criscito a Il Secolo XIX. «Abbiamo avuto un po' di problemi, ma da qualche partita a questa parte stiamo giocando bene» ha spiegato il difensore. Si è parlato anche di derby: «La Sampdoria resta sempre e comunque una grande squadra. Per questo sarà un derby molto combattuto».

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Boateng nel mirino del Liverpool

Il Liverpool, secondo Sportingo, starebbe monitorando il ghanese Kevin Prince Boateng in vista del prossimo mercato estivo. Il giocatore però è ai primi posti della personale classifica di Massimiliano Allegri e la stessa società rossonera non avrebbe nessuna intenzione di farlo partire. Il centrocampista è attualmente in comproprietà con il Genoa.

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giovedì 10 febbraio 2011

PREZIOSI: «La parola chiave col Bari è "continuità"»

«Domenica, niente scherzi, eh. E motivati. Come con il Milan…». Enrico Preziosi in visita al centro sportivo "Signorini" di Pegli ha incitato i giocatori a non calare la concentrazione contro il Bari. «Continuità è la parola chiave - ha spiegato il presidente del Genoa - ci aspetta un trittico impegnativo, un avversario, il Bari, che va affrontato con il massimo rispetto. Perché senza il giusto approccio, è una partita pericolosissima. Chiedo concentrazione e impegno, dunque. E al derby penseremo da domenica sera. Un derby anomalo, si gioca di mercoledì, si gioca alle 18.30». Gli ultimi acquisti nel mercato di gennaio lo convincono. «Credo che ci sia più solidità - prosegue il presidente - e consistenza. Io continuo a divertirmi, solo se vinciamo o non perdiamo. Contano i punti, di certo sono più sereno dopo il mercato. Resta una stagione difficile, ma funzionale a imbastire la nuova, che nascerà senza tensioni o creare illusioni. Con qualche piccolo aggiustamento, potremo dire la nostra. Rivendico una maggiore autonomia per il club nelle scelte, solo così potremo continuare l’opera di consolidamento. Con determinati presupposti». Il trio Kucka-Kaladze-Konko si è confermato col Milan come uno degli assi portanti del Grifone.

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martedì 8 febbraio 2011

Al Genoa il premio Fortunato La Primavera vola in classifica

Genoa premiato per il suo settore giovanile, ieri mattina a Roma in Campidoglio. Il riconoscimento è stato assegnato nell’ambito del Terzo Premio Andrea Fortunato, il calciatore morto a 23 anni, nel 1995, a causa di una leucemia fulminante. Il Genoa è stato scelto come esempio tra le società che si sono «contraddistinte per una fruttuosa ed esemplare attività sportiva in ambito giovanile».
Il Genoa vanta la scuola calcio più antica d’Italia, che in questa stagione ha compiuto i 108 anni d’età. La società rossoblù istituì il settore giovanile nel 1902, riservandolo ai giocatori di età inferiore ai 16 anni.
Secondo la giuria del premio, della quale fanno parte ex calciatori o sportivi come Antognoni, Signori, Di Livio e Mennea, giornalisti e dirigenti, il Genoa è meritevole perché «oggi ha lanciato, in collaborazione con la Fondazione Genoa, un progetto innovativo denominato “Genoa future football” per lo sviluppo dei settori giovanili sul territorio italiano». 

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Floro Flores, un tatuaggio per il primo gol nel Grifone

Floro Flores
La lista su un corpo che racconta. Due ali d’angelo tatuate sulla schiena, una croce e un vichingo sul braccio sinistro. Sul petto, sotto la spalla destra, il sole di Napoli con impresso l’83, anno di nascita, numero di maglia e portafortuna. Sul piede sinistro, un drago. Il doppio cognome d’origine borbonica, Floro Flores, stilizzato sopra al fondoschiena, che diventa la “F” iniziale sul polpaccio. La frase «Michi per sempre» dedicata alla moglie Michela. Una scritta per la prima figlia Aurora, mentre sul polpaccio destro c’è una “G” per la secondogenita Ginevra. Poi il messaggio per tutta la famiglia, tanto caro pure alla tifoseria del Grifone: «You’ll Never Walk Alone». E a breve di più, marchio Genoa. Rinnovando una vecchia promessa che ad Antonio Floro Flores, ragazzo del Rione Traiano e nuovo bomber rossoblù, era stata strappata nell’estate 2009 dal suo tatuatore di fiducia, Enzo Donniacuo detto “il Cubano”. «Facciamo così, se fai più di 12 gol ti fai tatuare tutte le date in cui segni». In quella stagione si era fermato però prima della soglia. In questa è salito a 4 con il diagonale destro al Milan. Prima rete al Ferraris e prima rete della nuova vita genoana. Da celebrare e ricordare. E l’attaccante torna sempre a casa, a Napoli, per aggiungere un capitolo alla sua storia sulla pelle. Così ha già fissato l’appuntamento. «Sì, a breve andrò a farmela tatuare». Cosa? La data del primo gol di Floro Flores nel Grifone. Trovare spazio: “6 febbraio 2011”.

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lunedì 7 febbraio 2011

Ballardini adesso sorride: «Questo il Genoa che voglio»

Omogeneo e compatto. È il buon Genoa secondo Davide Ballardini, ricetta riuscita bene. E gustosa, perché il pareggio con il Milan è assai gustoso. Tanto che è dolce pure trovare il pelo nell’uovo. «Ho visto una gran bella squadra, omogenea e compatta, tutti pronti ad aiutarsi in fase difensiva. Grande partita, sono soddisfatto. E convinto che possiamo fare ancora meglio. Ad esempio possiamo crescere nell’uscita con la palla, cambiando gioco. E possiamo avere più coraggio nel prendere da subito l’avversario in fase difensiva, condizionarlo. Sotto il profilo del gioco possiamo fare di più, in fluidità e velocità». La direzione tracciata dall’hombre diagonal, linea retta verso acque tranquille. L’allenatore rossoblù ha nel contratto la clausola europea per il prolungamento per un’altra stagione; quella zona è lontana, ma per adesso il traguardo fissato è di altro tenore: «L’obiettivo è fare sempre questo tipo di prestazione: intensità e pressing. Abbiamo le qualità per riuscirci».

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Finalmente col Milan una gara “da Genoa”

Miei cari amici genoani di ogni latitudine e di ogni ordine e grado, finalmente oggi abbiamo assistito al Tempio una gara “da Genoa”. Ballardini è riuscito a dar seguito alle sue intenzioni annunciate ieri in conferenza stampa: riuscire a pressare il Milan soprattutto in difesa. La squadra di Allegri si è trovata, tranne in occasione del gol di Pato e nei minuti immediatamente successivi, più di una volta a mal partito contro l’ossessionante pressing a tratti del Grifone. Merito del nuovo centrocampo dove hanno primeggiato Kucka e Konko, seguiti dal “ragionier” Milanetto ancora una volta illuminante con i suoi lanci a smarcare i compagni. Lo slovacco è stato prezioso sia in fase di contenimento, sia in fase propositiva: è riuscito a far perdere la testa a Ibrahimovic che si è beccato anche una giusta ammonizione per proteste. Il “giallo” sanzionato dall’arbitro Mazzoleni si è rivelato uno degli elementi in favore del Genoa nella ripresa: l’attaccante svedese è stato decisamente meno incisivo, intimorito probabilmente da un possibile secondo cartellino con espulsione.

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IL PAGELLONE - Milan ricco di campioni, ma a far la differenza ci pensano Kaladze e Kucka

GENOA
EDUARDO 7: nel secondo tempo salva la porta rossoblù in almeno tre circostanze. Iniezione di fiducia.
MESTO 6,5: prestazione all’insegna della grande attenzione. Non si limita a coprire ma supporta con generosità il centrocampo.
DAINELLI 7: un’unica sbavatura, pagata a caro prezzo con il gol di Pato. Due recuperi miracolosi nella ripresa.
KALADZE 7,5: annulla Ibrahimovic confermandosi un baluardo insuperabile. La Nord lo applaude a scena aperta.
CRISCITO 6,5: una prestazione in continua crescita. Padrone della fascia nell’ultima mezz’ora.
KONKO 6,5: la sua spinta costante infastidisce non poco i rossoneri. Grande prova sotto il profilo atletico.
(RAFINHA SV)
MILANETTO 7:
il faro della squadra. Tutti i fraseggi della squadra passano da lui.
KUCKA 8: il giocatore che mancava. Sa far tutto, e con estrema facilità. Tocca una miriade di palloni giganteggiando tra i campioni milanisti.
ROSSI 6,5: corre come un forsennato, coprendo tutta la fascia con riscontri positivi. Più impreciso del solito in disimpegno.
FLORO FLORES 7: autore del primo gol in rossoblù, tiene impegnata la retroguardia avversaria e sfiora il bersaglio grosso anche con due grandi conclusioni dalla distanza.
(PALOSCHI SV)
DESTRO SV
(PALACIO 5,5):
una giornata storta ci può stare. Gli manca lo spunto e quasi mai riesce ad avere la meglio nell’uno contro uno.

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Genoa 1 Milan 1

Bella partita a Marassi. Con un Genoa che non smette mai di crederci. segna per primo il Milan con Pato su assist di Ibrahimovic che aspetta un varco nella difesa del Genoa prima di passare la palla. Pareggia il Genoa con Floro Flores al suo primo gol in rossoblù.
Momenti di tensione all’esterno dello stadio prima dell’inizio della partita Genoa-Milan, la prima volta alla presenza dei tifosi rossoneri dopo la morte, 16 anni fa, di Vincenzo Spagnolo.
Alcuni tifosi milanisti hanno provocato i tifosi rossoblù e questi hanno risposto iniziando a gettare bottiglie e fumogeni e hanno cercato di sfondare il cordone di polizia che separava le due tifoserie.

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sabato 5 febbraio 2011

«Massima fiducia in Eduardo»

«Abbiamo una sola partita da fare: quella dell’intensità, della determinazione, del gioco e della difesa aggressiva. Dovremo giocare in velocità e fare pressing. Queste sono le prerogative per fare bene contro il Milan». Alla vigilia della gara contro la capolista Davide Ballardini detta le sue regole per affrontare nel migliore dei modi una partita difficile. «Il Milan è una squadra costruita con l’obiettivo primario di vincere lo scudetto e che vuole fare bene anche in Champions League e Coppa Italia. Già battuto in passato? Tutta un’altra storia, ora ha giocatori di qualità».
Poche, ma precise, le indicazioni tattiche e di formazione. «Massima fiducia in Eduardo, l’ho visto dispiaciuto ma si deve ripartire. L’importante sarà essere squadra, rimanere compatti e dare ritmo alla gara. L’assenza di gol? Diceva un mio vecchio allenatore che “per fare gol bisogna andare vicino alla porta”. A noi manca la cattiveria utile negli ultimi metri. Tutti devono avere più rabbia, più fame e soprattutto essere veloci proprio nell’arrivare vicino alla porta». In attacco quindi ancora spazio a Palacio e Floro Flores, anche se Paloschi è l’unica vera prima punta del Grifone. 

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Genoa-Milan: le misure di controllo per i tifosi

Dopo 16 anni esatti dall'omicidio di Vincenzo Spagnolo, 25 anni, il tifoso genoano ucciso da un ultra' del Milan fuori dallo stadio Ferraris, tornano a Genova i supporter rossoneri. La partita e' stata definita dal Casms ad alto rischio e la questura di Genova, vista la concomitanza con una festa popolare, sta predisponendo servizi di controllo in tutta la citta'. Allo stadio verranno impiegati Battaglione e Reparti mobili mentre la citta' sara' 'difesa' da un importante servizio di tutela. Secondo quanto appreso, i tifosi milanisti saranno circa mille. Molti arriveranno col treno, alcuni con i bus e i mezzi privati. Fin dal mattino le forze dell'ordine controlleranno i punti di transito e arrivo dei tifosi, a partire dai caselli autostradali.

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Riecco Mazzoleni, quello del “mazzo” Juve

Dopo un anno, le strade del Genoa e di Pier Silvio Mazzoleni tornano a incrociarsi. Sarà infatti il fischietto di Bergamo a dirigere la sfida tra il Grifone e il Milan di domani pomeriggio al Ferraris. Gara delicata, non solo a livello di ordine pubblico, ma anche per le necessità di classifica di entrambe le squadre. Decisione che suscita un po’ di perplessità e qualche preoccupazione nell’ambiente rossoblù visto che, l’ultima volta, Mazzoleni fu devastante: rigore inesistente a Torino, gol del decisivo 3-2 juventino firmato da Alex Del Piero. Era il 14 febbraio 2010, stadio Comunale, Genoa ampiamente in partita grazie alla doppietta di capitan Rossi e Juventus, quella di Zaccheroni, in evidente difficoltà. A un quarto d’ora dalla fine, ecco il disastro. Del Piero, lanciato verso la porta rossoblù, va giù dopo un presunto contatto con Sokratis (ora al Milan) e l’arbitro Mazzoleni fischia il penalty. Decisione sbagliata, perché il contatto, se c’è e su questo restano diversi dubbi, avviene nettamente prima della linea dell’area. Simbolo di quell’erroraccio, la foto in cui si vede in primo piano la disperazione di Sokratis e, sullo sfondo, il sorriso beffardo di Mazzoleni, subito dopo aver fischiato il rigore.

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venerdì 4 febbraio 2011

Contro la Fiorentina gettata via una grande occasione per far punti

Carissimi tifosi genoani vicini e lontani, vista l’ora effettuerò una disamina telegrafica con le mie consuete osservazioni. Una delle motivazioni della sconfitta è data dallo schieramento iniziale di Ballardini con Rafinha (corresponsabile del gol della Fiorentina) a destra e Konko a sinistra. Nel secondo tempo (al dilà di qualunque uomo da sostituire per qualunque motivo) si doveva inserire Rossi a sinistra: ma le valutazioni in campo le svolge il tecnico. Però non capisco il 4-2-4 “brasileiro” (modello Brasile anni '50) schierato nella ripresa: mancava il nerbo del centrocampo che (eccezion fatta per Rafinha) aveva comunque funzionato finalmente bene, sia in fase di filtro che in quella offensiva. In più non pungeva neanche in attacco.

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giovedì 3 febbraio 2011

Ballardini: «Il problema portiere non c’è»

È stato uno dei tormentoni rossoblù del calciomercato: Eduardo sì o Eduardo no? La trattativa per Marchetti del Cagliari, poi bloccata all’improvviso. L’assalto a Storari della Juventus, infruttuoso. Anche l’ipotesi di scambio con Doni della Roma, che però era più che altro idea giallorossa. Il portiere portoghese del Genoa ha saputo rifarsi dopo alcuni errori grossolani come quelli contro Inter e Juventus. Quindi il patatrac con l’Udinese che ha rimesso tutto in discussione. Grifone che è stato vicino a cambiare, quindi la decisione di andare avanti con la scelta estiva, quando Eduardo si era presentato come uno dei migliori portieri del Mondiale. Uomo di personalità, sa risalire. Ma a Firenze (dove reintegreranno Mutu), sbaglio che dà la sconfitta ai rossoblù. Ingeneroso partire da lì? Necessario. E Ballardini non si sottrae: «Io direi che è ingeneroso, ma ci sta. Quando si gioca, si può sbagliare. Bravura di una squadra è rimediare all’errore di un compagno, noi potevamo farlo, ma non ci siamo riusciti». 

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mercoledì 2 febbraio 2011

Fiorentina 1 Genoa 0

I viola vincono grazie a una papera di Eduardo. Nel primo tempo rossoblù convincenti. Nella ripresa, nonostante quattro attaccanti in campo, il Genoa non riesce a pareggiare

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FIORENTINA - GENOA: LE PROBABILI FORMAZIONI

Queste le probabili formazioni di Fiorentina e Genoa, di fronte questa sera allo stadio "Franchi".
FIORENTINA (4-3-1-2): Boruc; Comotto, Gamberini, Kroldrup, Pasqual; Montolivo, D'Agostino, Donadel; Santana; Ljajic, Gilardino. A disposizione: Neto, De Silvestri, Camporese, Behrami, Cerci, Marchionni, Babacar. All. Mihajlovic.
GENOA (4-4-2): Eduardo; Rafinha, Kaladze, Moretti, Criscito; Rossi, Konko, Veloso, Kucka; Palacio, Destro. A disposizione: Scarpi, Mesto, Chico, Milanetto, Jankovic, Floro Flores, Paloschi. All. Ballardini.

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martedì 1 febbraio 2011

La grinta del Genoa per la sfida di Firenze

Il Genoa si prepara alla sfida con la Fiorentina reduce dalla sconfitta con la Lazio e da alcuni giorni di ritiro. Tutti dentro e attorno al clan viola ritengono quanto mai necessario e urgente un cambio di rotta per evitare che la situazioni si complichi ancora più e per cercare di arrivare prima possibile a 40 punti, quelli della salvezza. Ma il Genoa, caricato dal 3-1 in casa contro il Parma, è determinato a ottenere un buon risultato.

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