martedì 27 ottobre 2009

Le giuste proteste del Genoa e i problemi evidenziati a Cagliari

Ieri il Genoa ha incassato la terza sconfitta in una settimana: due in campionato, una in Europa League, 11 gol incassati e soltanto due realizzati. Il 3-2 di Cagliari va però analizzato sotto due facce: è maturato in altre condizioni rispetto alle due disfatte con Inter e Lille. Cominciamo dall’arbitro Gava. Aggiungo il voto per la sua direzione alla pagella del collega Claudio Baffico: 4. Questa mia valutazione nasce innanzitutto dagli episodi del gol dell’1-1 del Cagliari e della manata in faccia a Mesto. A ciò bisogna aggiungere la lunga serie di episodi in cui il direttore di gara ha usato due pesi e due misure: gli stessi falli di Genoa e Cagliari giudicati in modo differente. Bene hanno fatto Gasperini e Fabrizio Preziosi (espulso nel finale per proteste) a farsi sentire: era dall’inizio del campionato che ci si attendeva una sfuriata da parte della società contro i ripetuti torti ed errori arbitrali in ciascuna gara disputata. Finora la linea seguita dal Genoa era stata di non commentarli e di non protestare. Proprio il figlio del presidente aveva dichiarato alla fine della gara di Bologna: «Abbiamo l’abitudine di non commentare le decisioni dell’arbitro sia nel bene che nel male». Ma quello che è successo ieri non poteva restare inosservato. Gli arbitraggi pieni di errori creano un danno alle società che, non mi stancherò mai di ripeterlo, possiedono dal 1996 lo scopo di lucro: gli investimenti svolti durante l’estate con le campagne acquisti vanno così in fumo. E non mi stancherò mai di ridire che occorre la tecnologia televisiva nel calcio, come in tutti gli sport professionistici: ieri si sarebbe potuto evitare almeno l’errore del gol del Cagliari in fuorigioco. Adesso ci attendiamo i fulmini del giudice sportivo contro i “rivoltosi” rossoblù. E sorgono alcune domande spontanee: mercoledì sera che tipo di arbitro arriverà? Riuscirà a rovinare l’importante sfida contro la Fiorentina oppure no?

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