domenica 4 ottobre 2009

Bologna-Genoa 1-3 I rossoblù rovinano la festa del centenario

Doveva essere la festa del Bologna per i cento anni della società e invece alla fine è il Genoa a sorridere. La squadra di Gasperini passa al Dall’Ara per 3-1, lasciando i padroni di casa a sei punti.

Parte forte il Bologna (in campo con una maglia che riprende la prima casacca indossata nel lontano 1909 con tanto di bottoncini, colletto da camicia e taschino) che schiera la coppia d’attacco Di Vaio-Zalayeta. L’ex attaccante di Juventus e Napoli dimostra aggressività fin dai primi minuti mettendo in difficoltà la retroguardia ligure.

Nel Genoa c’è il tridente Sculli-Floccari-Palladino, che alla prima occasione incide sul match: è il 10’ quando Floccari viene lanciato in area, intervento scomposto di Portanova e rigore per gli ospiti tra le proteste del pubblico del Dall’Ara. Sul dischetto va Kharja che non sbaglia. Il gol rimette in carreggiata il Genoa che alza il baricentro e si rende pericoloso dalle parti di Viviano.

Il Bologna cerca di riorganizzarsi, ma al 35’ Sculli piazza il colpo del 2-0. Bella azione di Palladino, sul cui tiro interviene Sculli lasciato solo dalla colpevole difesa bolognese. Al rientro Zalayeta, in mischia, calcia a botta sicura, ma centrale e così Amelia nega il gol al Bologna. Al 7’ Gervasoni si dimostra troppo severo ammonendo per la seconda volta Mesto per un tocco di mano, così il Genoa resta in dieci.

Il neo entrato Osvaldo si fa vedere in un paio di occasioni ma è Di Vaio che al 18’ fa sperare i suoi: l’attaccante, lanciato in profondità, supera con un tocco sotto Amelia ma il pallone si stampa incredibilmente sul palo. Sulla ribattuta Osvaldo calcia alto tra la disperazione dei trentamila del Dall’Ara. Papadopulo si sbraccia in panchina ma i suoi ragazzi, nonostante un ripresa tutta pressing, riescono a segnare solo su calcio di rigore al 40’ con Di Vaio. Il penalty è concesso da Gervasoni per un fallo di Tomovic su Tedesco. Il Bologna a questo punto ci crede, ma al 45’ ci pensa Zapater, in contropiede, a mettere una pietra tombale sulla partita.

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