martedì 22 settembre 2009

Il Genoa ha perso una gara, non le sue ambizioni

State buoni, se potete: il Genoa ha perso una partita, non le sue ambizioni di alta classifica. Forse questa sconfitta è salutare per il prosieguo del torneo: il Chievo si è dimostrato avversario più coriaceo e consistente dello Slavia Praga. Prima di parlare della gara di ieri, però, voglio fare una premessa fondamentale: svolgerò delle semplici riflessioni e non delle severe critiche, sia ben chiaro. Finora Gasperini è stato lodato e applaudito per le sue scelte, a cominciare dal turn over: non sarà di certo un incidente di percorso a cancellare tutto quanto di buono che ha realizzato finora.La prima domanda: dov’è maggiormente mancato oggi il Genoa al Bentegodi? La risposta è semplice: nel suo reparto principale, il centrocampo. Non ha fatto filtro alle folate in contropiede avversarie (da cui sono nati i tre gol) e ha costruito ben poco per l’attacco. Ancora non si riesce a capire il perché di Tomovic e Fatic esterni. Entrambi non sono sembrati ancora maturi per sostenere un compito fondamentale del gioco gasperiniano: dominare le fasce, saltare l’uomo e crossare. In più Tomovic ha alcune responsabilità per il primo gol, a causa di un suo errore. Aggiungiamo inoltre che la coppia Milanetto-Kharja è sembrata molto leggera a sostenere l’impatto con la linea mediana del Chievo. Il giocatore marocchino, come ha spiegato lo stesso tecnico rossoblù a fine gara, era reduce da un infortunio: non è ancora al 100% come ha anche dimostrato contro lo Sparta. Però contro i cechi aveva Zapater che lo copriva con grande sicurezza: chissà se lo spagnolo era davvero così stanco da essere lasciato a casa. Probabilmente giocherà contro la Juve: c’è da scommetterci, visto che finora ha dimostrato di aver perfettamente assimilato gli schemi di Gasperini.

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