martedì 26 maggio 2009

IL GIORNALISTA DELLA SETTIMANA - LINO MARMORATO: «Solo il Genoa può vantare oltre quaranta milioni di plusvalenze»


Dai fatti di Torino alle operazioni di mercato, dal bilancio stagionale ai piani per il futuro. Lino Marmorato, opinionista di Radio Nostalgia e Telecity, fa il punto sulla situazione in casa Genoa, tra la soddisfazione per un campionato esaltante

Le sue radiocronache su Radio Nostalgia assieme a Pinuccio Brenzini sono imperdibili. Delle vere chicche per chi ama il Genoa e desidera vivere le emozioni del campo anche stando comodamente in poltrona. Lino Marmorato è un personaggio mai banale e scontato, che riesce a raccontare le vicende rossoblù in maniera impeccabile. Dotato di grande originalità, oltre che di una indiscutibile competenza, l'ex arbitro possiede una dote non troppo comune: portare avanti le proprie idee senza sposare opinioni di comodo. Molto godibili ed interessanti anche le trasmissioni su Telecity che conduce assieme al direttore Marco Benvenuto.

Qual è il suo giudizio sulle decisioni del giudice sportivo in relazione al movimentato dopo partita di Torino - Genoa?
«Direi che le giornate di squalifica ai giocatori granata ci stanno tutte, così come quelle ai danni di Olivera, visto che nel calcio non vige ancora la legittima difesa. Rubinho? Giusto che non siano stati presi provvedimenti nei suoi confronti in quanto il suo intento era solo quello di difendere Olivera dall'aggressione degli avversari. A seguito di queste squalifiche, vorrei fare i miei più sinceri complimenti alla quaterna arbitrale e soprattutto al signor Brighi, in passato non troppo ben visto ma capace, in questo caso nel ruolo di quarto uomo, di capire perfettamente l'andamento dei fatti. Tutto è nato dalla panchina del Torino, su cui sedevano personaggi molto agitati come Diana e Pratali. Se devo proprio dissentire su qualche aspetto, non mi spiego il motivo per cui Colombo l'abbia fatta franca. Mi sembra poca, inoltre, una giornata di squalifica per Abate, reo di un fallaccio su Juric».

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